Non c’era nessun giallo nella vicenda di Cerasela, la bimba rom ferita da un piombino mentre era in braccio alla madre e camminava lungo la via Palmiro Togliatti a Roma. Un uomo di 59 anni è l’autore del ferimento ed è indagato per lesioni gravissime. “Stavo solo provando il mio nuovo fucile ad aria compressa” è la spiegazione che fornisce dell’accaduto e gli inquirenti per adesso gli credono: l’ex dipendente del Senato in pensione è infatti indagato per lesioni gravissime senza la aggravante dell’eventuale motivazione razzista.
Se si sia trattato di un colpo accidentale o di un colpo razzista lo stabiliranno le indagini. Di certo sappiamo due cose: il ferimento della bambina di 15 mesi è il sesto episodio simile in poche settimane – abbiamo raccontato degli episodi di Caserta, Forlì, Latina e Napoli – e per giorni i media hanno parlato di “giallo”, mettendo in dubbio la versione della famiglia: “potrebbe essere una faida interna al gruppo”, “fanno le vittime”. Come se i Rom fossero bugiardi “per natura”. Dovremmo insomma credere al ferimento accidentale da parte dell’italiano, mentre per giorni abbiamo messo in dubbio le parole di una madre con la figlia in ospedale. Ed è forse per questo che la sindaca di Roma ha atteso tanti giorni per farsi vedere al Bambino Gesù dove Cerasela è ricoverata: meglio non rischiare.
Lo abbiamo già scritto quando abbiamo dato la notizia: l’episodio del ferimento di Cerasela sarebbe grave anche se non si trattasse di un caso di razzismo. L’idea che ci si compri un fucile ad aria compressa capace di fare danni come quello arrecato alla bimba e si esca in strada a provarlo è figlia di una propaganda pro armi e pro legittima difesa pericolose – proprio questo caso ci dice quanto.
Se invece le indagini accerteranno che di razzismo si tratta, siamo davanti a uno scivolamento verso una società che fa spavento. In questi giorni è circolato molto un video in cui un cittadino romano non si vergogna di dire davanti alle telecamere della Rai che alla bambina avrebbero dovuto sparare con un proiettile vero perché le bambine Rom sono tutte ladre. Si tratta del parere di una sola persona, certo, ma fino a non molto tempo fa chiunque si sarebbe vergognato a dire cose simili in televisione. Non che i pregiudizi razzisti nei confronti dei Rom non circolino ampiamente da decenni, ma un conto è pensare qualcosa, altro conto è ritenere di poter esprimere pubblicamente la propria opinione come se si trattasse di un punto di vista come un altro.
Un altro aspetto importante da sottolineare in questa vicenda è la condizione della persona che ha sparato: un pensionato ex dipendente del Senato, non esattamente una persona appartenente alle fasce più povere della popolazione. Se si trattasse di un episodio di razzismo, non sarebbe un caso di quella che in molti chiamano “guerra tra poveri”.
L’unica buona notizia è che Cerasela sembra stare meglio.