Questa notte, nel piccolo paese dell’Alto Molise, Belmonte del Sannio, in provincia di Isernia, ignoti hanno lanciato un ordigno incendiario, una rudimentale molotov contenente liquido infiammabile, contro una struttura che a breve ospiterà alcuni richiedenti asilo. Le fiamme, fortunatamente, sono rimaste circoscritte al portone, annerito e danneggiato. La casa si trova in Piazza Risorgimento, in pieno centro cittadino, con attorno le attività commerciali e i servizi del paese. Il fatto è avvenuto a poco più di un mese dall’incendio doloso in un Cat, ancora vuoto, a Pescolanciano (noi ne avevamo parlato qui), i cui autori sono al momento ancora ignoti. Il paese ospita attualmente 16 richiedenti asilo, e la Prefettura nei giorni scorsi aveva comunicato l’arrivo di altre 8 persone. Il comune, si apprende da fonti locali, sta lavorando già all’attivazione di un progetto Sprar, ma evidentemente per “qualcuno”, i migranti sono sempre “troppi e fastidiosi”.
Tuttavia, dalle prime notizie delle agenzie di stampa, emergono versioni contrastanti sull’accaduto. Se da un lato, stamane, il sindaco ha riferito all’Ansa: “Nessuno dei miei concittadini mi ha espresso, palesemente, disappunto”. Da fonti locali (L’Eco dell’Alto Molise), si apprende, invece che nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha prodotto una delibera di Giunta con la quale ha riportato al Prefetto di Isernia (e addirittura al Ministro dell’Interno) le proteste dei residenti contro il possibile aumento del numero degli ospiti del centro di accoglienza gestito da imprenditori di Agnone. Nello stesso documento, sembra che il sindaco abbia dichiarato la sua “impotenza” nel garantire l’ordine pubblico, “atteso che i migranti spesso litigano tra di loro per futili motivi e visto che il Comune ha a disposizione un solo agente di Polizia municipale e per sole dieci ore a settimana”. L’amministrazione teme anche “per gli adolescenti e per i bambini, visti i casi di molestie e di violenze verificatisi nella provincia”. Per questi motivi il sindaco e l’amministrazione hanno chiesto al Prefetto di revocare il provvedimento con il quale è stato disposto l’arrivo di altri otto profughi in paese.
In attesa di ulteriori accertamenti, resta da chiedersi se non sia dannosa per la coesione sociale una delibera istituzionale, nella quale una Giunta prende posizione contro l’arrivo di 8 persone.