Aveva finito il suo turno di lavoro in un albergo di Tremezzina, piccolo comune nella provincia di Como, e stava percorrendo in bicicletta la strada per fare ritorno in una struttura di accoglienza gestita dalla cooperativa Symploké. Un’auto, con a bordo più persone, si è affiancata a lui lungo la strada: dalla vettura è sceso uno degli occupanti che armato di bastone gli si è scagliato contro e l’ha colpito con violenza alla testa, provocando una lacerazione profonda sulla fronte e un abbondante perdita di sangue. Una violenza improvvisa e del tutto gratuita e immotivata. L’auto si è poi allontanata a tutta velocità.
Perdendo vistosamente sangue, il ragazzo è tornato sul luogo di lavoro, dove il personale dell’albergo lo ha soccorso e portato in ospedale. Qui è stato ricoverato per tre giorni.
La vittima di questa ennesima violenta aggressione è un giovane migrante del quale non conosciamo né il nome né l’età né la provenienza.
L’aggressione risale al 23 settembre, ma la notizia è stata resa nota solo in questi ultimi giorni dal presidente della cooperativa Symploké. Lo ha fatto attraverso una nota pubblicata sul suo sito internet. «Non è la prima volta che uno o una dei nostri ospiti subisce minacce, insulti e altri episodi aggressivi, specialmente dopo che una certa politica ha nei fatti sdoganato come legittimi certi comportamenti – si legge nella nota – Siamo profondamente contrariati dal fatto che una persona possa subire una tale violenza ingiustificata e grave per il semplice fatto di essere un migrante». Una denuncia che tuttavia non ha avuto l’onore delle cronache nazionali. Come tante altre piccole aggressioni ai danni di migranti che si stanno consumando in questi ultimi giorni, e delle quali abbiamo notizia solo attraverso i social. La vittima, dopo le cure mediche e le dimissioni dall’ospedale, si è poi presentata dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Sulla vicenda, è aperta un’indagine per lesioni. Nulla si dice sull’ipotesi di un possibile movente razzista.
C’è preoccupazione tra le associazioni e gli attivisti anche per il succedersi di altri episodi che non fanno altro che far respirare un clima d’intolleranza.
Sempre nei giorni scorsi e sempre nel comasco, Fabrizio Baggi, attivista di Como senza Frontiere e dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre e militante della segreteria regionale di Rifondazione Comunista, aveva ricevuto pesantissime minacce di aggressione e di morte (“lurido schifoso vomitevole maiale”, “sai di cosa hai bisogno te di un manicomio brutto comunista dal cervello bacato”, “squilibrato che non sa neanche di stare al mondo” e “personaggio politico dei miei coglioni” che raglia “cazzate di ogni tipo”, “vedi di non farti mai trovare davanti a noi se non quella faccia da demente che ti ritrovi ti verrà cambiata a legnate”, “attento omuncolo che se ti becchiamo in giro ti linciamo”).