Il ministero dell’interno ha accettato di incontrare una delegazione delle realtà che sabato 12 novembre manifesteranno a Roma, in una mobilitazione nazionale incentrata su tre richieste urgenti: un permesso di soggiorno per i lavoratori occupati nell’industria agricola, un contratto di lavoro regolare, un alloggio dignitoso. Tre punti cardine su cui incentrare una protesta che si allarga alle politiche nazionali ed europee relative alla cosiddetta ‘questione migratoria‘ e alla gestione dell’arrivo e della presenza dei migranti sul territorio italiano ed europeo.
Pubblichiamo di seguito il comunicato di lancio della manifestazione.
L’appuntamento è per sabato 12, alle ore 14.00, con partenza da PIAZZA DI PORTA SAN GIOVANNI – ROMA. Il corteo terminerà a piazza del Viminale, sotto al ministero dell’interno, dove una delegazione salirà per l’incontro.
LAVORATORI, MIGRANTI, OCCUPANTI CASA, RETI SOLIDALI:
PER UNA MOBILITA’ SENZA CONFINI E SENZA SFRUTTAMENTO
12 NOVEMBRE, ORE 14.00
partenza da PIAZZA DI PORTA SAN GIOVANNI – ROMA
fermata metro A – San Giovanni
verso il MINISTERO DELL’INTERNO – PIAZZA DEL VIMINALE
I lavoratori delle campagne sono confinati in baraccopoli e campi, e costretti a condizioni di vita e lavoro disumane, dall’intreccio tra gli interessi dell’agribusiness con politiche che sempre di più regolano e limitano la libertà di movimento. Le stesse politiche colpiscono, in molteplici forme ma secondo la stessa logica, milioni di migranti e non solo, a braccetto con le politiche di austerity e di erosione delle tutele sul lavoro. In Italia, le leggi che regolano la mobilità hanno creato precarietà, ricattabilità e sfruttamento crescenti. Le leggi sull’immigrazione continuano a causare morte e privano centinaia di migliaia di persone di qualsiasi riconoscimento. Con la crisi economica, l’Italia ha chiuso i canali di ingresso per i migranti definiti “economici” e si affida sempre di più ad un regime militare-umanitario per attingere forza-lavoro a basso costo e fare profitto anche attraverso la cosiddetta “accoglienza” – un sistema che produce esclusione e povertà, ed uno strumento di gestione e di controllo che non permette alle persone di autodeterminarsi e obbliga a vivere in una condizione di sospensione, anche per l’arbitrarietà delle amministrazioni. Ma anche istituti come quello della residenza, sempre più difficile da ottenere anche per i cittadini comunitari e per tutti coloro che vivono in case occupate, limitano l’accesso a molti servizi (in primis quelli sanitari).
E chi si ribella, chi occupa le case, chi cerca di abbattere i confini, chi blocca il flusso delle merci è oggetto di pesanti ricatti e ritorsioni. Nei ghetti come nelle metropoli, i fogli di via, i decreti di espulsione e altre misure restrittive sono usati per ricattare chi alza la testa, punendo gli sfruttati piuttosto che i responsabili dello sfruttamento. Parallelamente, sgomberi, sfratti o minacce di trasferimenti sono all’ordine del giorno nelle campagne, nelle città e in tutti i luoghi di confine, e la repressione è sempre più usata per punire chi rivendica una casa, un giusto salario, la libertà di muoversi. Violenze e deportazioni coatte vengono utilizzate contro chi sfida i confini, siano essi quelli dei CIE, degli hotspot, o i confini politici di mare e terra, sempre più militarizzati, attraverso cui si procede all’identificazione e selezione violenta precludendo a molte persone la possibilità di richiedere asilo, mentre non esistono canali di ingresso sicuri.
Consapevoli dell’ingiustizia delle leggi, in mano ad un potere corrotto e violento, siamo determinati nel voler portare avanti una lotta che è di tutte e tutti. Per questo, l’appuntamento di novembre vuole essere il primo passo di una mobilitazione per lo smantellamento degli apparati di controllo della mobilità, funzionali a sfruttare e dividere. Per superare la retorica della guerra tra poveri e vincere le strumentalizzazioni e i ricatti a cui siamo sottoposte.
Piattaforma rivendicativa
– Regolarizzazione per i lavoratori e le lavoratrici delle campagne privi di permesso di soggiorno
– abolizione di campi di lavoro di qualsiasi natura (ghetti, tendopoli, campi container)
– Accesso alla residenza per tutte e tutti
– stop alle deportazioni interne ed internazionali
– apertura di canali di ingresso e transito e libertà di circolazione
per info e trasporti contattare
campagneinlotta@gmail.com
Qui è possibile avere informazioni aggiornate