Un appuntamento pubblico per confrontarsi su come procedere e portare di nuovo all’attenzione delle istituzioni le istanze dei migranti: è quello lanciato dai membri dell’assemblea dell’ex-Set per sabato 24, dalle h 16: un incontro rivolto a tutti e tutte, per discutere insieme di come evitare la costruzione di un altro ghetto nella città di Bari, dannoso non solo per i rifugiati, ma per tutta la cittadinanza.
Della situazione in cui versano i rifugiati presenti a Bari ne abbiamo parlato più volte: l’ultima, in occasione dell’appello diffuso dai rifugiati contro la decisione del Comune di Bari di trasferirli dalla fatiscente tendopoli sita nel capannone dell’ex-Set (le cui indegne condizioni igienico-sanitarie sono state più volte denunciate), in container collocati con molta probabilità fuori dal centro cittadino. “Insomma, da un ghetto all’altro”, affermano i membri di Rivoltiamo la precarietà, che da tempo sostengono i rifugiati nel loro percorso di autonomia e nella richiesta di un’accoglienza reale, concreta e dignitosa. Dal canto loro, i migranti si sono messi in prima linea per risolvere la propria situazione, proponendo delle misure concrete e realizzabili nell’immediato: “Abbiamo presentato e protocollato la proposta per il recupero col nostro lavoro di un immobile dismesso”, spiegano. I soldi che le istituzioni intendono investire “nella costruzione del ghetto di container” potrebbero dunque essere utilizzati per autorecuperare invece uno spazio pubblico abbandonato. In questo modo, oltre a mettere i diretti interessati “nelle condizioni di poter vivere e lavorare dignitosamente”, le istituzioni baresi eviterebbero di sperperare denaro pubblico nella creazione di un ennesimo ghetto: “Da mesi leggiamo che questa tipologia di politiche sull’immigrazione non ha fatto altro che creare business, clientele varie e sperpero di denaro, invece di garantire un’accoglienza dignitosa – si legge nell’appello – Gli amministratori locali, in quanto persone di buon senso, dovrebbero sapere che i ‘campi per etnie’ non fanno altro che discriminare ed esasperare sempre più gli animi tra italiani e migranti. E come ormai succede in tutta Italia favorisce strumentalizzazioni e dichiarazioni xenofobe e razziste”.
Lunaria ha sottoscritto l’appello, fatto proprio da molte realtà, associazioni, e singoli cittadini. L’amministrazione invece non ha dato alcuna risposta ai rifugiati. Per confrontarsi e capire insieme come procedere, l’assemblea dell’ex-Set lancia un appuntamento per sabato 24 dalle h 16: un’assemblea pubblica per discutere insieme di come evitare la costruzione di un altro ghetto nella città di Bari, dannoso non solo per i rifugiati, ma per tutta la cittadinanza.
Qui l’appello con la raccolta firme aggiornata
https://docs.google.com/document/d/179P2i7UQ3iajLTf_CPT1NE3lOhZ6AAi4wjSDijDglGg/edit?pli=1