Dal 12 febbraio vivono nella ex Casa del rifugiato, una struttura della Direzione Regionale per i Beni Culturali, da vent’anni in stato di totale abbandono.
Sono una cinquantina di richiedenti asilo che, allontanati dal Cara a causa dell’insufficienza di posti letto, in mancanza di accoglienza si sono organizzati da soli (ne abbiamo parlato qui).
Una situazione provvisoria, in attesa di un percorso di accoglienza che però stenta a partire. Al contrario, ai richiedenti asilo presenti nella ex Casa del rifugiato è stata anche tolta la corrente elettrica, incrementandone la precarietà.
Contro questa situazione, dopo l’occupazione dell’edificio i migranti hanno organizzato mobilitazioni e scritto lettere alle istituzioni locali, cercando di mantenere viva l’attenzione e chiedendo un cambiamento reale nella gestione dell’accoglienza.
Solo ieri, dopo quindi quattro mesi, i migranti sono riusciti a incontrare il Capo dell’Ufficio immigrazione della Prefettura e subito dopo il sindaco di Bari Antonio Decaro, cui hanno consegnato una lettera. Chiedono il rilascio della residenza, così da consentire il rinnovo dei permessi di soggiorno; servizi di base, e l’individuazione di un immobile di proprietà comunale come valida alternativa alla ex Casa del rifugiato.
Pubblichiamo di seguito la lettera, segnalando anche altri documenti prodotti dai richiedenti asilo in questi mesi, e rimasti senza risposta, almeno fino a oggi (qui la richiesta consegnata a aprile alla Prefettura, qui le motivazioni delle proteste dei mesi scorsi).
Al Prefetto e Sindaco di Bari
Cari e care,
come abitanti della Casa del Rifugiato sul lungomare di Bari abbiamo deciso di scrivere questa lettera per informarvi della nostra situazione attuale e di come le Istituzioni non hanno risposto alle nostre richieste e disatteso qualsiasi promessa. Per vivere all’interno della Casa al momento non abbiamo us…ufruito di nessun servizio sociale basilare in quanto rifugiati politici, ma ancora prima in quanto persone:
1. Elettricità
2. Acqua
3. Servizi igienici, quali bagni e docce
4. Residenza
Da quando siamo entrati in questa struttura (11 febbraio 2014), dopo qualche giorno è stata disconnessa la corrente elettrica. Dopo quattro mesi, come Istituzioni non solo non avete garantito nulla, ma addirittura ci avete tolto quel minimo che avevamo trovato all’interno dell’edificio.
Però non ci siamo arresi. Abbiamo organizzato diverse manifestazioni e scritto altre lettere per chiedervi tutto questo. Nel frattempo abbiamo deciso di provvedere direttamente in prima persona e così crearci un’abitazione dignitosa. Abbiamo creato delle stanze per dormire e per rispondere alle esigenze di vita quotidiana grazie al riuso di mobilio e arredamento.
Grazie alla solidarietà di collettivi e gruppi di cittadini abbiamo:
– creato una fonte idrica per accedere all’acqua
– comprato un generatore per la corrente elettrica
– frequentato un corso di italiano presso l’università di Bari
– creato uno sportello settimanale per risolvere tutte le problematiche riguardo i documenti.
Per rendere possibile tutto questo abbiamo costituito un Comitato e una Cassa per affrontare le spese generali grazie all’organizzazione di pranzi e cene, feste e serate di solidarietà.
Problema residenza e rinnovo permesso di soggiorno. A causa di alcune leggi ingiuste ci siamo accorti che per molti di noi è quasi impossibile ottenere la Residenza e il rinnovo del Permesso di soggiorno. Il Comune di Bari non rilascia la residenza se non si ha un documento valido o un foglio che attesta l’attesa del documento. In Questura invece non avviano la pratica del rinnovo del Permesso di soggiorno se non si ha una residenza. Tutto questo è impossibile da sopportare perché non ci permette di fare nulla, nemmeno di trovare un lavoro il più regolare possibile.
Per queste ragioni che riguardano anche tanti altri fratelli che sono all’interno del Cara di Bari o stazionano per strada, abbiamo deciso di manifestare lunedì 23 giugno dalle h 9 davanti alla Prefettura di Bari e richiesto di incontrare il Prefetto e il Sindaco.