Hans, un 19enne napoletano di origini cingalesi, è in attesa del treno per rientrare a Giugliano, dove abita con la sua famiglia. Il ragazzo, come riportato dal sito Fanpage (l’unico al momento, a livello nazionale, che abbia denunciato l’accaduto, ndr), studia all’Istituto tecnico con indirizzo aeronautico “Fermi-Gadda” di Napoli. Il padre lavora in Francia, mentre la madre risiede a Giugliano con lui ed un fratello minore.
Si trova in compagnia di un’amica, quando viene raggiunto da un giovane tra i 20 e i 25 anni che, sbucato all’improvviso alle sue spalle, gli grida contro (in dialetto napoletano, ndr): «Mi fa schifo la tua pelle, il tuo sangue», «Torna a casa tua, vattene». Nel frattempo, senza dargli il tempo di comprendere cosa sta accadendo, lo colpisce con un violento pugno al volto, per poi fuggire vigliaccamente.
Hans viene prontamente soccorso dalla sua amica e dai passanti e trasportato all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, dove i medici gli hanno riscontrato la frattura del setto nasale, per la quale sarà a breve sottoposto ad operazione chirurgica. La prognosi è di 25 giorni. Per fortuna, il ragazzo sta bene. Solo tanta paura.
La vittima non ha ancora sporto denuncia, ma ha raccontato alla polizia, che indaga sull’episodio, di non aver mai ricevuto minacce di nessun tipo, men che mai di stampo razzista. Gli inquirenti hanno acquisito i filmati di alcune telecamere di sorveglianza presenti in zona e sperano di poter giungere all’identificazione dell’aggressore in tempi brevi, che al momento risulta ancora ignoto.
L’episodio si è verificato nella serata di martedì 4 febbraio, intorno alle 20.45, alla stazione della metropolitana di Aversa Centro, ed è stato reso noto dagli attivisti della cooperativa “Dedalus”, che gestisce il centro interculturale napoletano “Officina Gomitoli” a Porta Nolana, che Hans frequenta. Nel frattempo, inquieta il silenzio della stampa e delle istituzioni. Come Hans spiega bene in una video-intervista pubblicata da Fanpage, sta bene ma ha paura e teme che atti violenti come questi possano ripetersi: “oggi è successo a me, domani potrebbe succedere a chiunque altro”.