Il Tribunale di Torino ha rigettato la domanda di registrazione del sito Prospettive Altre. Il motivo? “La direzione di una testata giornalistica è riservata ai cittadini italiani”. E Domenica Canchano, giornalista di origini peruviane cresciuta in Italia, iscritta all’Ordine della Liguria e collaboratrice de Il Secolo XIX di Genova, non risponde al requisito della cittadinanza stabilito dalla legge sulla Stampa (n°47 dell’8 febbraio 1948).
In realtà, però, il rifiuto contrasta con un parere del ministero di Giustizia elaborato su sollecitazione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, in cui si afferma che la norma contenuta nell’art. 3 della legge sulla stampa “nella parte in cui richiede che il direttore responsabile di una testata possa essere solo un cittadino italiano” venga “abrogata per incompatibilità con il d.lgs 286/98”. Anche l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziste), già nel settembre 2011, aveva definito discriminatoria la previsione del requisito di cittadinanza italiana per i direttori responsabili di testate giornalistiche.
Nonostante questi interventi, il tribunale di Torino ha affermato che “esistono attività riservate a chi ha il requisito di cittadinanza”. Una decisione accolta con stupore da Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) e Cospe. “Non ci fermiamo davanti a questa risposta negativa, che lede un diritto fondamentale per noi giornalisti che da anni lavoriamo in Italia, molti anche cresciuti e formati qui – commentano Viorica Nechifor e Paula Baudet Vivanco, rispettivamente presidente e segretaria nazionale di Ansi – Il diritto all’informazione consiste anche nel poterla esercitare in onestà e libertà e noi, come giornalisti di origine straniera vogliamo partecipare in prima persona, come soggetti che praticano il diritto di cronaca e non solo come oggetti di cronaca”. Proprio per questo Ansi, insieme a Cospe e con il supporto degli avvocati di Asgi, annuncia azioni legali per contrastare questa decisione.
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