L’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) ha inviato, insieme col Naga, una lettera di diffida a proposito di alcune prassi adottate dalla Questura di Milano, che ledono il diritto d’asilo, trasformando la Questura in una sorta di “hotspot”. Le due associazioni fanno seguito alle due segnalazioni già inviate il 28.4.2016 e il 24.5.2016, insieme anche a Apn, riportando l’attenzione su un nuovo aumento, con numeri importanti e con modalità più allarmanti, delle notifiche di decreti di espulsione a cittadini stranieri, presentatisi in Questura per richiedere protezione internazionale. Tutti i decreti di espulsione emessi, pur facendo riferimento all’insussistenza di presupposti per il rilascio di un permesso per motivi umanitari, omettono tuttavia di far riferimento alla già espressa volontà dei cittadini espulsi di presentare domanda di protezione. “Le prassi messe in atto dalla Questura di Milano ci sconcertano, ci turbano, ma non ci stupiscono. E’ evidente che il diritto d’asilo è messo in scacco da parte degli stessi soggetti che dovrebbero renderlo effettivo; è altresì evidente la sospensione dello stato di diritto all’interno della Questura di Milano mediante la creazione di prassi ed eccezioni inaccettabili. La Questura di Milano, per esempio, si arroga la scelta discrezionale tra chi ha diritto – o meno – di presentare la domanda d’asilo: una prerogativa che, secondo le leggi (nonostante tutto) ancora in vigore, spetterebbe solamente alla commissione territoriale“, ha dichiarato Pietro Massarotto, presidente del Naga. “Siamo profondamente preoccupati e nel contempo proviamo un sentimento prossimo alla vergogna per il modo in cui le Istituzioni accolgono le persone che riescono ad arrivare in Italia e per come vengano loro negati i diritti fondamentali, come quello di chiedere protezione internazionale. L’unico effetto che si raggiunge è quello dell’illegalizzazione sistematica del fenomeno migratorio e non certo quello di impedirne l’esistenza. Obiettivo, quest’ultimo, fortunatamente fuori dalla portata di chiunque e, dunque, anche dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Milano”, ha concluso Massarotto.
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