Dal 13 ottobre è in corso Mos Maiorum, operazione di polizia europea che proseguiirà fino al 26 ottobre (ne abbiamo parlato qui).
“Malgrado gli sconvolgimenti che stanno devastano il mondo vicino all’Europa, alle guerre che si fanno sempre più drammatiche, stupisce che la presidenza italiana dell’Unione europea abbia ideato di frenare il legittimo esodo delle persone in fuga con operazioni militari all’interno dei confini europei, così svelando l’esigenza di tutelare gli stessi e la Fortezza Europa”, commenta Asgi.
Pubblichiamo di seguito il comunicato dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione:
Mos maiorum:
politica miope e disumana contraria alle istanze umanitarie che hanno fondato l’Europa
E’ partita in questi giorni l’operazione MOS MAIORUM, promossa dalla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea e sotto la direzione del Ministero dell’interno italiano, la cui finalità è di combattere il traffico illegale di migranti, ma che viene perseguita anche attraverso la “presa in custodia” dei migranti irregolari, dai quali apprendere le informazioni, si dice, per combattere il traffico.
Ancora una volta le vittime, anziché essere protette come previsto dalla Direttiva 2004/81/CE e dalle Direttive in materia di protezione internazionale, diventano oggettivamente bersaglio di azioni repressive e c’è il concreto rischio che saranno gli unici soggetti a subire le gravi conseguenze dell’operazione militare che nasconde, dietro il nome latino, una politica miope e dannosa.
Di fronte agli sconvolgimenti che stanno devastano il mondo vicino all’Europa, alle guerre che si fanno sempre più drammatiche, stupisce che la presidenza italiana dell’Unione europea abbia ideato un’iniziativa che di fatto frena il legittimo esodo delle persone in fuga (quando ci riescono), dalle violenze inumane con cui si combattono le guerre, attraverso operazioni militari all’interno dei confini europei, così svelando l’esigenza di tutelare gli stessi e, dunque, di ripristinare, ancora una volta, la Fortezza Europa.
Politica miope e disumana, che ignora il diritto di asilo previsto dai trattati istitutivi dell’Unione europea, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e dalle Costituzioni nazionali, e tutte le altre istanze umanitarie che hanno fondato l’Europa, ma che, nel contempo, non tiene conto né delle ragioni degli esodi, né dei canali effettivi del traffico illegale, i cui centri operativi non sono certamente in Europa.
Di fronte alle richieste della società civile di individuare strumenti e meccanismi già nei Paesi di partenza della maggior parte del flusso dei profughi, l’Europa risponde con probabili operazioni di massiccia identificazione delle persone, operazioni di polizia molto simili a retate, cioè con strumenti già spuntati in partenza, perché privi di effettivo risultato, e con una raccolta di informazioni di assai dubbia utilità.
Che accadrà, infatti, se si intercetteranno nelle strade europee migranti in cerca di rifugio, magari provenienti dalla Siria, o dall’Iraq, o dalla Somalia, o dalla Libia, o da altri?
E cosa significa raccogliere informazioni sul modus operandi che comprenda anche l’applicazione della richiesta di asilo? Non è forse sottendere che la richiesta di asilo sia strumentale alla immigrazione illegale? Non significa, forse, criminalizzare i richiedenti asilo partendo dal sospetto che presentino domanda di asilo al solo fine di ottenere comunque un titolo soggiorno in uno Stato membro dell’Unione europea?
E’ concreto il rischio di diffusa criminalizzazione dei nuovi profughi.
Di fronte a tale operazione ASGI chiede che il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea
– chiedano agli Stati membri che vi partecipino (Italia compresa) di rinunciare a continuare l’operazione MOS MAIORUM e di attivare, invece, operazioni di soccorso in mare, per salvare le vite dei migranti in fuga;
– propongano e deliberino l’esistenza di un afflusso massiccio di sfollati e conseguentemente attivino immediatamente la Direttiva 2001/55/CE del Consiglio del 20 luglio 2001 sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell’equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell’accoglienza degli stessi;
– concordino subito con l’UNHCR la realizzazione di punti di raccolta delle persone in fuga dai conflitti, anche interni, nei Paesi nei quali fino ad oggi si sono organizzati i trafficanti che lucrano sulla disperazione e dai quali far partire per l’Europa, in tutta sicurezza, i profughi, anche facendo in modo che gli Stati membri si avvalgano subito della facoltà di consentire l’ingresso per motivi umanitari già prevista dall’art. 5 del Regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del consiglio del 15 marzo 2006 che istituisce un codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (codice frontiere Schengen);
– concertino a livello europeo l’insediamento dei migranti in fuga, tenendo conto della loro scelta di destinazione e secondo le possibilità di accoglienza dei singoli Paesi europei;
– istituiscano un fondo comune, da distribuire tra i vari Paesi, per garantire il soccorso dei migranti in fuga in mare e più in generale l’accoglienza dei richiedenti asilo.