“Il sistema italiano per il diritto d’asilo va potenziato, e vanno salvaguardati in ogni caso i diritti dei migranti soccorsi in mare”: così l’Asgi, che interviene sull’argomento degli sbarchi aumentati negli ultimi giorni. Citando i dati forniti da Eurostat sulle richieste di asilo presentate in Europa e in Italia nel 2013, e i numeri – aggiornati a settembre 2013 da Frontex – degli arrivi via mare, Asgi evidenzia il legame tra gli sbarchi e il “crescente numero di persone in fuga da gravi situazioni che minacciano i loro diritti fondamentali”, oltre che la complessità di uno scenario “che deve essere considerato un tema di competenza non di un solo Stato, ma va affrontato con un intervento complessivo da parte dell’Unione Europea”.
Secondo l’associazione, benchè il ministro dell’Interno Angelino Alfano ribadisca che “l’obiettivo è rendere più efficiente ed elastico il sistema, prevedendo tempi rapidi nella definizione delle domande di asilo e aumentando le commissioni territoriali che le possano esaminare”, in realtà “nè nel Governo né nel Parlamento” si intravede “la volontà politica per permettere di far fronte alle gravi e persistenti carenze del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e delle misure di supporto all’integrazione sociale dei titolari di protezione internazionale”.
Per sollecitare una presa in carico reale e responsabile da parte della politica, l’Asgi ha inviato a Governo, Parlamento e Unione europea un documento con proposte e raccomandazioni.
Dal punto di vista nazionale, infatti, “la mancata programmazione dell’accoglienza [..] costringe ogni anno migliaia di richiedenti asilo a sopravvivere in condizioni di indigenza in ripari di fortuna”: cosa che “si è manifestata in tutta evidenza già nel 2011 con la cosiddetta Emergenza Nord Africa, che non sembra non aver insegnato nulla”. Gli arrivi di questo periodo sono infatti affrontati con le stesse modalità di allora, in cui, esattamente come oggi, gli alberghi sono stati adibiti a strutture di accoglienza, privi di una progettualità volta al reale inserimento socio-lavorativo, ma con uno scopo meramente contenitivo. “In questo a farne le spese sono spesso soggetti vulnerabili come i minori stranieri non accompagnati”, denuncia Asgi, che interviene anche sull’operazione Mare Nostrum. “Le operazioni di soccorso in mare svolte delle autorità italiane sono da considerarsi obblighi al quale lo Stato è vincolato in adempimento delle norme del diritto internazionale del mare”, ricorda Asi, sottolineando che “l’identificazione dei migranti soccorsi in mare deve avvenire in maniera approfondita dopo lo sbarco”. Proprio per questo, “ogni valutazione sommaria e presuntiva o “di gruppo” circa la provenienza o la condizione giuridica del migrante deve essere sempre evitata”.
L’Asgi si schiera inoltre contro “l’adozione di misure normative ad hoc [..] che ben lungi dal porre rimedio a problemi complessi, aumenterebbero la disfunzionalità del sistema asilo”. Secondo l’associazione quello che occorre è una “inderogabile ed urgente riforma legislativa del Sistema nazionale per il diritto di asilo in Italia [..] sia per ciò che attiene gli organi e le procedure di esame delle domande di asilo, sia per ciò che attiene il sistema di accoglienza con la progressiva chiusura dei CARA e l’ampliamento ed il consolidamento di un unico sistema di accoglienza che valorizzi i numerosi aspetti positivi dell’attuale sistema SPRAR, superandone, però, gli intrinseci limiti strutturali, in primis la disomogeneità dei programmi di accoglienza basati su una mera adesione volontaria degli enti locali)”.
Infine, nel documento l’Asgi si rivolge espressamente anche all’Unione europea, chiedendo da una parte l’attuazione di un piano d’azione per l’Italia “per la gestione della crisi nel rispetto dei diritti fondamentali dei richiedenti protezione”, e dall’altra la “definizione di un piano europeo di reinsediamento di rifugiati che si trovano in paesi terzi dell’area del Mediterraneo dove non possono godere di adeguate forme di protezione”.
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