Sei cittadini del Gambia arrivano in paese, e il Municipio li accoglie con le bandiere listate a lutto. E’ accaduto a Gattinara, in provincia di Vercelli, dove ieri sindaco, vicesindaco e alcuni assessori leghisti si sono presentati in Comune con il lutto al braccio.
I sei migranti, dopo aver trascorso la notte nel presidio sanitario di Gattinara, in giornata sono stati trasferiti nelle case di riposo di due comuni del Vercellese. E proprio contro l’utilizzo della locale struttura ospedaliera, il primo cittadino, Daniele Baglione, ha lanciato anche una raccolta firme: che, così come il lutto ‘simbolico’, non sarebbe un’iniziativa “nei confronti degli immigrati, ma di un sistema che non tutela i propri cittadini e fornisce garanzie illusorie a chi giunge in Italia”, come dichiarato dal sindaco. Secondo il primo cittadino leghista la raccolta firme dovrebbe servire a scegliere “luoghi più adatti per accogliere queste persone, che valgono 35 euro e vengono gestiti da privati che lucrano sulla loro pelle. Non giudico i profughi, non posso farlo, ma giudico il sistema che sta dietro e davanti a loro”.
Un “siparietto mediatico”, una “intollerabile strumentalizzazione sulle spalle dei profughi”: questo il commento dell’assessore regionale all’immigrazione Monica Cerutti. “Sappiamo anche noi che il sistema di accoglienza dei profughi deve essere migliorato, e stiamo cercando di farlo nonostante le difficoltà oggettive”, ha spiegato Cerutti, sottolineando il ruolo che dovrebbero avere le istituzioni, ossia “favorire i processi di accoglienza e di integrazione”. Azioni come quelle intraprese dal sindaco di Gattinara, invece, “fomentano solo pericolose guerre tra poveri”.
Il sistema di accoglienza in Italia presenta delle enormi criticità, ed è vero che intorno alla gestione dell’accoglienza si crea spesso forte speculazione: lo denunciano da tempo associazioni e ong. Un’analisi critica e propositiva è necessaria e utile per cambiare lo status quo.
Ma la giunta locale di Gattinara non propone analisi né avanza ipotesi di politiche alternative, si limita solo a farsi promotrice del rifiuto e dell’allontanamento dei migranti dal “nostro” presidio ospedaliero. Con la consueta e palese retorica del ‘noi/loro‘: “Da oggi, i cittadini che vengono in municipio a chiederci aiuto economico o un lavoro, potranno compilare un modulo per chiedere allo Stato di essere considerati rifugiati politici in Italia”. Come a dire, essere un rifugiato conviene, visto che “lo stato non tutela i propri cittadini”.
Ma la questione in ballo non era quella di garantire una giusta accoglienza priva di speculazione?