I deputati ravennati Giovanni Paglia di Sinistra Italiana e Andrea Maestri di Possibile hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministero dell’Interno, sui fatti ormai noti avvenuti a Gorino (noi ne abbiamo parlato qui) e sulle ulteriori azioni messe in campo da alcune forze politiche, come la Lega Nord, che ha organizzato per sabato 29 ottobre, un presidio a Marina Romea (RA),nei pressi dell’hotel Solaria che ospita 26 richiedenti asilo. “Abbiamo tutti letto delle barricate di Gorino (Ferrara) contro donne e bambini –dichiarano i due deputati- e ci siamo soffermati a riflettere sulla pericolosità sociale di quella “rivolta”. Ora, come prevedibile, le forze politiche che hanno soffiato sul fuoco provano a capitalizzare ed estendere le loro pratiche violente e xenofobe in altri territori della nostra regione”. “I fatti di Gorino hanno messo in luce la possibilità concreta di un’ondata xenofoba – osservano Paglia e Maestri – che partendo da sentimenti di disagio diffuso utilizza strumentalmente la presunta ostilità per i richiedenti asilo per mettere a rischio la civile convivenza. Occorre dunque che alle parole di condanna del Governo, seguano i fatti e che non si consenta lo svolgimento di manifestazioni chiaramente lesive del diritto italiano e delle convenzioni internazionali, che rischiano peraltro di mettere a repentaglio la sicurezza dei territori coinvolti” (leggi qui l’interrogazione).I due deputati hanno chiesto che la manifestazione venga di fatto vietata.
Sulla manifestazione leghista interviene anche la lista Ravenna in Comune: “Grazie alle scelte della Lega, anche a Ravenna la paura e l’insicurezza rischiano di prendere il posto sul buonsenso e solidarietà sociale. L’accoglienza di profughi e richiedenti asilo è una responsabilità sociale. Riguarda tutti i cittadini di uno Stato e finché la Politica nazionale non deciderà di affrontare il fenomeno come intervento strutturale e non emergenziale, la cittadinanza sarà ancora vittima della cattiva informazione e delle strumentalizzazioni, come sta accadendo nel caso del presidio Leghista. L’accoglienza dei profughi in albergo non ci sorride affatto. Allo stesso modo in cui non ci convince l’accoglienza degli italiani in albergo, quando sono in stato di emergenza abitativa. Occorre infatti mettere al centro degli interventi la dignità delle persone, dei migranti e degli autoctoni, garantendo l’ascolto dei cittadini e fornendo informazioni adeguate”, dichiarano in un comunicato i rappresentati della lista. Anche Cgil Ravenna, Cisl Romagna e Uil Ravenna stanno seguendo con estrema preoccupazione i fatti degli ultimi giorni: “Siamo di fronte a prese di posizione che alimentano razzismo e xenofobia – commentano i sindacati -. La manifestazione indetta dalla Lega Nord a Marina Romea è un segnale molto preoccupante. C’è chi sta strumentalizzando la paura per fini politici e punta allo scontro sociale”.
E intanto, le manifestazioni di rifiuto dell’accoglienza si stanno moltiplicando a macchia d’olio, anche e in forza del pericoloso precedente creatosi con la “concessione” fatta agli abitanti di Gorino. A Vigevano, un folto presidio di protesta organizzato dai militanti della Lega Nord ha “accolto” (siamo all’assurdo in termini!) l’arrivo di 16 profughi. Proteste anche a Oggiono, in provincia di Lecco, perché un complesso residenziale non venga destinato ai rifugiati. Mentre a Bitonto, in provincia di Bari, “grazie”all’opposizione degli abitanti sono stati bloccati i lavori di riqualificazione di un edificio da destinare all’accoglienza. E anche a Milano, ieri sera, un presidio di Lega Nord, Fratelli d’Italia e CasaPound contro l’utilizzo della caserma Montello per l’accoglienza di richiedenti asilo.
Pesanti anche le provocazioni lanciate e mescolate agli slogan dei manifestanti. Il segretario milanese della Lega Nord, Davide Boni, ad esempio, ha incitato la folla: «Dobbiamo impedire che passino i clandestini e cedere questa parte di città. Noi ci siamo. Che Goro sia d’esempio: blocchiamo le strade». Matteo Salvini ha invitato invece i cittadini «a scendere in strada e a non rassegnarsi», i sindaci a «ribellarsi in maniera pacifica» e i militari e forze dell’ordine a «disubbidire a ordini sbagliati». Infine i cori da stadio (“Il centro d’accoglienza non lo voglio”, “Difendiamo la nazione, non vogliamo immigrazione”) che seguono una logica di opposizione di barricate alle barricate, rasentando una mal celata istigazione all’odio razzista.