Il mondo è cambiato – e anche noi abbiamo contribuito a cambiarlo. E’ una frase dell’appello lanciato da Gianfranco Bettin, Ginevra Bompiani, Furio Colombo, Goffredo Fofi, Carlo Ginzburg, Luigi Manconi, a favore della riforma della legge di cittadinanza. Ad oggi, circa un milione di persone nate in Italia o arrivate da piccole sono considerate ancora “estranee”. Una condizione di privazione di diritti e identità, che fa male a loro ma anche a noi, incapaci di guardare in faccia il cambiamento che già c’è e che noi stessi abbiamo creato. Un cambiamento di cui non dovremmo avere paura, ma del quale invece dovremmo essere fieri.
Facciamo nostro l’appello, e invitiamo a firmarlo e diffonderlo. Per un cambiamento di civiltà che riguarda tutte e tutti noi.
L’appello
Roma, 4 settembre 2017
Al Presidente della Repubblica Prof. Sergio Mattarella
Al Presidente del Senato Pietro Grasso
Alla Presidente della Camera Laura Boldrini
Alle autorità pubbliche italiane
Ai cittadini italiani
Nell’epoca che stiamo vivendo, l’esilio è diventato la condizione naturale di milioni di esseri umani che scontano le colpe e gli errori che democrazie e dittature hanno commesso e commettono, scontrandosi e usandosi a vicenda. Le guerre, le occupazioni, le intolleranze, gli abusi, le violenze stanno rendendo la nostra terra inabitabile a intere popolazioni costrette alla fuga. Oggi la patria è dove trovi pace e rifugio, e che rende possibile una convivenza civile. La patria è dove ti puoi fermare.
È in questa luce che l’idea di cittadinanza cambia aspetto e dal diritto di sangue si apre al diritto del suolo, è così che un paese ritrova se stesso riconoscendosi nel suo prossimo. Siamo tutti figli della confusione fra patria e esilio.
È una nuova idea di cittadinanza, che corrisponde al nostro tempo e alla storia comune, un’idea che ha fatto l’America e sta facendo l’Europa.
Il nuovo principio dice che un bambino che nasce e cresce in Italia, che parla italiano e studia italiano, è italiano. È il vivere insieme e parlare una stessa lingua che ci rende ‘concittadini’.
Se manteniamo un atteggiamento di paura e rifiuto, ci aspetta un mondo di ‘campi’, ufficialmente provvisori, in realtà perpetui, chiusi da muri che dividono uomini e donne per sempre estranei, e i nostri paesi saranno abitati da sconosciuti senza diritti, mortificati e scontenti.
Ma se accettiamo di guardarli in faccia, vedremo persone che rimodellano con noi una vita comune.
Perché il mondo è cambiato – e anche noi abbiamo contribuito a cambiarlo – e non abbiamo altre opzioni che incontrarci o farci la guerra, affratellarci o terrorizzare ed essere terrorizzati.
Oggi si tratta di dare la cittadinanza a circa 800.000 bambini, per non ritrovarli ragazze e ragazzi senza alcun diritto.
E di imparare dai bambini a giocare insieme.
Per questo chiediamo agli Italiani di essere saggi, generosi e lungimiranti e di sostenere la legge che concede la cittadinanza per Ius soli, diritto del suolo.
Qui il sito dell’appello, con approfondimenti e i firmatari, aggiornati costantemente
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