‘Un campo che assicuri condizioni minimali di assistenza, sicurezza, pulizia, e decoro’. Questo, in pratica, quello che l’associazione Baobab Experience si propone di realizzare nel parcheggio bus in via Giovanni Chiaromonte, dietro la stazione Tiburtina. Ed è questo l’obiettivo alla base dell’appello lanciato da Baobab alle Ferrovie dello Stato, tramite una petizione che in due giorni ha già raggiunto 5.573 sostenitori. Lo spazio in questione è infatti di proprietà delle Ferrovie dello Stato, e al momento risulta in disuso. Nell’area, in realtà, i volontari di Baobab Experience sono già presenti da diverso tempo, provando a fornire delle minime condizioni di prima accoglienza – quelle che le istituzioni non danno – alle tante persone che arrivano a Roma, spesso con l’obiettivo di proseguire il proprio viaggio verso i paesi del nord Europa. Vestiti, tende, pasti – tutto donato da privati cittadini e cittadine. E poi sostegno legale, ma anche medico, grazie alle diverse associazioni che con i volontari di Baobab collaborano, con l’obiettivo di garantire i diritti di base alle persone che nel parcheggio trovano un primo rifugio. Lo spazio è stato ribattezzato da chi lo vive e lo anima ‘Piazzale Maslax’, dal nome del giovane somalo che si è tolto la vita dopo essere stato respinto dal Belgio – dove aveva finalmente incontrato la sorella – e riportato in Italia.
‘Saremo pronti ad attrezzare un presidio umanitario in poche ore, grazie all’aiuto delle associazioni mediche e legali con cui condividiamo questo percorso da ormai due anni, con ONG internazionali e le cittadine e i cittadini che ci sono solidali’, così ci dice il presidente di Baobab Experience, Roberto Viviani, che denuncia l’impossibilità di fornire un riparo sicuro, una prima accoglienza dignitosa, in uno spazio che viene costantemente sottoposto a sgomberi. Sono arrivate a venti le operazioni di polizia durante le quali le tende vengono rotte, gli oggetti privati gettati o requisiti, il presidio informale smantellato. Una condizione che, se da una parte non aiuta il lavoro dei volontari, né consente ai migranti di avere cure, informazioni, assistenza adeguate, dall’altra non contribuisce a una maggiore sicurezza, né alla diminuzione dell’esclusione sociale. “Più di settantamila persone sono passate dai nostri campi, ed hanno ricevuto cure mediche, cibo, un riparo per la notte, assistenza legale. Sono donne e uomini – si legge nella petizione – alcuni di loro in transito verso altri paesi europei, altri richiedenti asilo in Italia. Questi ultimi, a Roma, sono costretti ad aspettare in media un mese e mezzo prima di poter accedere alle pratiche e in questo tempo non viene assegnato loro un centro”. Una situazione che si scontra contro l’inerzia istituzionale: “Le istituzioni non ci ascoltano, dobbiamo farci i conti. Per questo ci siamo rivolti alle Ferrovie dello Stato. Il parcheggio al momento è inutilizzato. La concessione d’uso ci permetterebbe di proseguire le nostre attività con maggior tranquillità, e con più organizzazione”, dichiara Viviani.
In due settimane, la petizione ha già quasi raggiunto l’obiettivo. Qui è possibile aggiungere la propria firma.