1,43 casi al giorno di incitamento all’odio e discriminazione nei confronti di rom e sinti: è il dato riportato da Antiziganesimo 2.0, rapporto presentato ieri a Roma dall’Osservatorio nazionale sull’incitamento alla discriminazione e all’odio razziale dell’Associazione 21 luglio.
Secondo il rapporto, la maggior parte di questi episodi avviene attraverso “dichiarazioni di esponenti politici diffuse da giornali, siti web e social network”.
Per quanto riguarda gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti dei rom alimentati dai mezzi di comunicazione di massa, la media giornaliera si attesta sul dato di 1,86.
Detto in altri termini, non c’è un giorno in cui i media o gli esponenti politici non diffondano stereotipi o pregiudizi contro la popolazione rom.
Il rapporto si basa sul monitoraggio effettuato dall’Osservatorio su circa 140 fonti, dal 1 settembre 2012 al 15 maggio 2013: un lavoro che ha portato al rilevamento di 370 casi di incitamento all’odio e discriminazione – di cui il 75% del totale riconducibili ad esponenti politici – e 482 casi di informazione scorretta, di cui 234 diffusi a mezzo stampa.
“Il fenomeno dell’antiziganismo assume oggi in Italia dimensioni preoccupanti. Ai rom si associano automaticamente degrado, incuria, pericolosità sociale, incapacità genitoriale, una ‘genetica’ attitudine alla delinquenza e alla non-integrazione», ha affermato l’Associazione 21 luglio, ricordando anche che la Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza ha definito l’antiziganismo “una forma di razzismo particolarmente persistente, violenta, ricorrente e comune che viene espressa, tra gli altri, attraverso violenza, discorsi d’odio, sfruttamento, stigmatizzazione e attraverso le più evidenti forme di discriminazione”.
Il rapporto evidenzia anche la ‘provenienza geografica’ di questo fenomeno: la maggior parte delle segnalazioni arriva dal centro-nord (52%), e solo la Lombardia ha una percentuale del 22%. Anche nel centro-sud la percentuale è molto alta, seppur minore (43%). Il dato più significativo riguarda la capitale: solo a Roma si registra il 32% delle segnalazioni, “un terzo di tutto il territorio nazionale” come sottolineato dai curatori del rapporto.
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