Il 18 dicembre, in serata, intorno alle 21, i carabinieri ricevono una telefonata nella quale si segnala che una Fiat Panda, con a bordo tre persone italiane del posto, ha investito ed ucciso un uomo di 34 anni di origini senegalesi. La vittima, Gassama Gora, era a bordo di una bicicletta, di rientro dal lavoro nei campi e diretta alla tendopoli di San Ferdinando, quando è stata travolta dal veicolo in corsa che si è poi dato alla fuga, senza prestare alcun soccorso. I rilievi eseguiti sul posto dalla Polizia di Stato hanno permesso di appurare come il migrante fosse stato investito alle spalle dalla vettura che procedeva a forte velocità in direzione Gioia Tauro – San Ferdinando, e che il corpo senza vita dell’uomo fosse stato sbalzato a diverse decine di metri dal punto dell’impatto.
La Polizia è poi riuscita a fermare i tre italiani, P.S. di 39 anni, S.F. di 49 e S.N. di vent’anni, che presentavano anche ferite compatibili con la dinamica dell’incidente, così come la vettura, danneggiata sul lato anteriore destro in corrispondenza del paraurti e del parabrezza. Il conducente della vettura, sprovvisto tra l’altro della patente di guida perché revocata, è stato tratto in arresto perché ritenuto responsabile dei reati di omicidio stradale e di fuga del conducente in caso di omicidio stradale, e sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di udienza di convalida dal Gip di Palmi. Per i due passeggeri, invece, è scattata la denuncia a piede libero: dovranno rispondere entrambi del reato di omissione di soccorso in concorso.
I media locali stanno cercando di minimizzare l’accaduto, facendo notare come il migrante ucciso non indossasse indumenti catarifrangenti né la bicicletta su cui viaggiava fosse illuminata. Come se questo giustificasse l’accaduto.
Eppure si tratta dell’ennesima morte violenta di un bracciante straniero (si vedano ad esempio il caso di Vittoria a febbraio, il caso di Brindisi a giugno, o quello di una settimana fa a Foggia), secondo una dinamica molto ricorrente. Appena 2 settimane fa, nella stessa zona di San Ferdinando, un altro bracciante di origini ghanesi è stato travolto da un’auto, che non si è fermata, per fortuna senza gravi conseguenze.
Sulla vicenda è intervenuto immediatamente il sindacato autonomo Usb secondo cui “lavorare in condizioni di precarietà economica, sociale e politica è un delitto. Centinaia di lavoratori migranti percorrono in bicicletta ogni giorno strade buie e dissestate sulla Piana di Gioia Tauro, per provare a racimolare quantità risibili di denaro. Queste non sono condizioni degne di un Paese che rispetti i diritti, le libertà, gli esseri umani”. “Da anni chiediamo – si legge in una nota del sindacato autonomo – che si investa nella rete infrastrutturale della Piana, sviluppando mezzi di trasporto estensivi che colleghino siti produttivi e città, sia per la popolazione straniera che per quella italiana”.
Forti anche le dichiarazioni del Sindaco di San Ferdinando: “Un atteggiamento, d’altronde, condiviso e promosso da larga parte della classe politica che con i suoi filtri xenofobi o anche caritativi dimostra tutta la propria inadeguatezza culturale, prima che politica ad affrontare un fenomeno epocale intriso di sofferenza e di umiliazione. Gassama Gora – dichiara il sindaco – è morto come muoiono i cani, sul ciglio di una strada non illuminata, mentre il resto del mondo vive il rammarico del mancato cenone natalizio”.
Questa mattina, i lavoratori della terra hanno scioperato: “Non troverete nessuno di noi nei campi, nei magazzini e nelle serre. Siamo stanchi di essere sfruttati e ammazzati dagli stessi che di giorno ci obbligano a lavorare senza contratti né garanzie nei campi, a vivere come animali e la sera ci tirano giù come birilli, perché la vita di un africano non conta” (qui un paio di video della manifestazione: https://www.facebook.com/17637cfe-11c0-471e-adb6-80ef73106e1f e https://www.facebook.com/watch/live/?v=146156827037035&ref=watch_permalink).
Ci stringiamo anche noi all’immenso dolore dei familiari e degli amici di Gassama Gora.