Ancora un naufragio, ancora dispersi, ancora morti, in quello che ormai è diventato un vero e proprio cimitero, nell’indifferenza che sanno creare solo le cose che si ripetono con costanza, che ormai non hanno più granchè risonanza perché non hanno il sapore della novità, bensì quello stantio dell’abitudine. Solo che in questo caso quello che si ripete nelle acque del Mediterraneo è la morte, la disperazione umana: una cosa a cui davvero non ci si dovrebbe mai abituare.
Sono le 18.00 di ieri, 6 settembre: alla Capitaneria di Porto di Palermo arriva una telefonata di un uomo che chiede aiuto, si trova su un’imbarcazione in difficoltà vicino a Lampedusa, insieme a un altro centinaio di persone.
Scattano i soccorsi, condotti da Guardia Costiera, Guardia di Finanza, tre navi Nato (tedesca, italiana e turca), e due aerei, e in tarda notte, intorno alle 2.30, viene identificata la zona del naufragio, a circa 12 miglia da Lampedusa, nei pressi dell’isolotto di Lampione, dove vengono trovati alcuni naufraghi, riusciti a raggiungere gli scogli a nuoto.
Sono 56 i migranti tratti in salvo finora, tutti tunisini, tra cui una donna incinta.
Ma le persone che viaggiavano sul motopeschereccio di legno, lungo una decina di metri, sarebbero molte di più secondo le testimonianze dei superstiti, che parlano di 120 uomini, 10 donne e 6 minori. Mancherebbero all’appello quindi 80 persone, secondo le ricostruzioni dei migranti. Che diventano 79 nel primo pomeriggio di oggi: la Guardia Costiera ha infatti recuperato il cadavere di un uomo che viaggiava sull’imbarcazione.
Non ci sono invece tracce dell’imbarcazione, nella cui ricerca sono mobilitati diversi mezzi: potrebbe essere affondata molto velocemente, anche se per ora non sono stati trovati segni del naufragio. Ma avanza anche l’ipotesi che i migranti siano stati abbandonati dagli scafisti, una volta avvistate le coste.
Nel frattempo la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta: “Stiamo cercando di capire se ci siano scafisti tra i sopravvissuti – ha affermato il procuratore Renato Di Natale – Al momento procediamo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma, visto che una vittima è già stata ritrovata, aggiungeremo al fascicolo anche l’ipotesi di omicidio”.
Intanto, proseguono le ricerche dei dispersi, portate avanti anche da imbarcazioni private di pescatori, nella speranza di trovare altri sopravvissuti: ma più passano le ore più aumenta il timore di recuperare solo corpi.