Pubblichiamo, qui di seguito, il comunicato stampa di Amnesty International Italia del 21 luglio 2015. Un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per condividere la preoccupazione nei confronti della recrudescenza di violenza e odio razzista nei confronti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.
Il presidente Antonio Marchesi e il direttore generale di Amnesty International Italia Gianni Rufini hanno scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per condividere le preoccupazioni dell’organizzazione “per il clima culturale e politico che si è creato, da alcuni mesi a questa parte, attorno a un problema che è certamente complesso ma che, al tempo stesso, non rappresenta né una novità assoluta né una sfida troppo grande per il nostro paese. Ci riferiamo alla questione dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati nel nostro paese.”
Si tratta, in verità, di una questione che, a fronte della più grave crisi mondiale di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale in poi, tocca l’Europa – e anche l’Italia – in modo piuttosto modesto. Costante di ogni crisi dei rifugiati è, del resto, che la grande maggioranza di essi cerca riparo nei paesi confinanti, o comunque nella stessa regione. É ciò che è puntualmente avvenuto anche in questa occasione: oltre il 90 per cento delle persone fuggite dalla Siria, per esempio, non ha lasciato la regione medio-orientale.
“Ciò nonostante, assistiamo con sempre maggiore frequenza a manifestazioni violente e intolleranti nei confronti dei piani di accoglienza e ospitalità temporanea di cittadini stranieri in diversi Comuni italiani.” hanno sottolineato Marchesi e Rufini. “In svariate occasioni, rappresentanti di partiti e movimenti politici e uomini e donne delle istituzioni – compresi presidenti di regioni e sindaci di comuni grandi e piccoli – hanno organizzato o in vario modo sostenuto le proteste delle comunità locali, anche attraverso veri e propri incitamenti alla violenza e istigazioni all’odio su base etnica, che vanno ben al di là dell’esercizio del diritto alla libertà di manifestazione e di espressione, rappresentando, al contrario, comportamenti penalmente rilevanti.
“L’uso di espressioni violente e discriminatorie è ormai comune, tanto sul social network – territorio in cui questo fenomeno prospera -, quanto nei media tradizionali e persino in trasmissioni radio-televisive di largo ascolto.” hanno ammonito Marchesi e Rufini. “Ci permettiamo, signor Presidente, di chiederLe, quale massimo rappresentante del nostro paese, di farsi interprete delle nostre preoccupazioni e promotore di una stagione nuova dal duplice punto di vista dell’organizzazione e della cultura dell’accoglienza“, hanno concluso Marchesi e Rufini.
“É nostro profondo convincimento che un’accoglienza realizzata non più in una continua modalità emergenziale bensì secondo criteri di programmazione, sostenibilità, equità ed efficienza, condivisi e discussi con tutti gli interessati, a cominciare dalle comunità locali, potrebbe stemperare le tensioni, ridurre al minimo l’eventuale impatto negativo sul territorio, superare le proteste e, soprattutto, contribuire a evitare la strumentalizzazione politica delle stesse. Più di ogni altra cosa, un’accoglienza realizzata secondo questi criteri potrebbe garantire condizioni di vita rispettose dei diritti e della dignità dei cittadini stranieri.”
La lettera si conclude con la richiesta di un richiamo del presidente Mattarella alla necessità di un’informazione basata sulla promozione dei diritti e sul confronto democratico, che non si faccia propagatrice di messaggi di odio, alla quale possano avere accesso le organizzazioni di solidarietà e per i diritti umani e che dia il giusto spazio e valore anche alle migliori esperienze di solidarietà che il nostro paese ha dimostrato più volte di saper realizzare.