“L’Unione europea non sta facendo abbastanza per porre fine alla discriminazione dei rom negli stati membri”. Alla vigilia della Giornata internazionale dei rom e sinti, che si celebrerà l’8 aprile, Amnesty International lancia una pesante accusa agli stati membri dell’UE, diffondendo il documento “Diritti umani qui, diritti dei rom adesso”.
Secondo il rapporto, i circa sei milioni di rom presenti nei paesi dell’Unione Europea si trovano “al di sotto di quasi tutti gli indici di sviluppo sui diritti umani: otto su dieci sono a rischio povertà e solo uno su sette ha terminato le scuole di secondo grado”.
Amnesty punta l’indice contro i continui sgomberi forzati, una costante in molto paesi tra cui Francia, Italia e Romania, e contro l’istruzione “segregata”, la prassi esistente in paesi come Grecia, Repubblica Ceca e Slovacchia, nonostante l’esistenza della Direttiva sull’uguaglianza, adottata dall’Ue nel 2000, che vieta la discriminazione sui luoghi di lavoro, nell’educazione, nell’accesso ai beni e ai servizi.
“Tra il gennaio 2008 e il luglio 2012 – spiega il documento – in Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono stati registrati oltre 120 gravi attacchi contro i rom e le loro proprietà. Le autorità, comprese le forze di polizia, non hanno prevenuto molte di queste aggressioni e, in seguito, non hanno compiuto indagini approfondite”.
Una situazione su cui l’Unione potrebbe – e dovrebbe – intervenire, visto anche il nobel per la pace assegnatole l’anno scorso, e considerati i “principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani su cui è stata fondata”, ricordati dal direttore del programma Europa e Asia centrale di Amensty, John Dalhuisen.
Secondo Dalhuisen, “l’Ue deve attuare immediatamente le numerose misure a sua disposizione per sanzionare i governi che non contrastano la discriminazione e la violenza ai danni dei rom”.
Uno degli strumenti con cui l’Ue potrebbe intervenire è la Commissione Europea, che “può produrre un impatto duraturo sulle vite delle comunità emarginate e discriminate in Europa, compresi i rom”, prosegue Dalhuisen, commentando: “Purtroppo, finora ha esitato ad agire contro gli stati che violano i diritti umani dei rom. Osserviamo la Commissione sanzionare stati membri su questioni tecniche relative ai settori dei trasporti e delle tasse, ma non su quelle che sono d’importanza vitale per milioni di persone”.
Oltre al documento, Amnesty International ha presentato un appello, indirizzandolo a Viviane Reding, Commissaria europea per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, in cui si chiede all’Ue di assumere “un’azione determinante e giocare un ruolo di primo piano per porre fine alla discriminazione dei rom in Europa”.
L’azione di Amnesty International si inserisce nella campagna globale “Io pretendo dignità“, lanciata nel 2009, per chiedere a tutti i governi di vietare gli sgomberi forzati, tutelare il diritto a un alloggio adeguato e assicurare che tutte le vittime delle violazioni dei diritti umani, inclusi i diritti economici, sociali e culturali, ottengano forme efficaci di rimedio a livello nazionale e internazionale.