Amnesty International Italia ha pubblicato i risultati della sua ricerca “Il Barometro dell’odio”, giunto alla sua quarta edizione e dedicato quest’anno all’intolleranza pandemica. La ricerca, svolta tra giugno e settembre 2020, ha preso in analisi oltre 36.000 contenuti unici, tra post/tweet e relativi commenti di 38 pagine/profili pubblici di politici, testate giornalistiche, rappresentanti del mondo sindacale (organizzazioni e singoli) ed enti legati al welfare. Il progetto, dedicato al monitoraggio e all’analisi dei discorsi d’odio online, ha coinvolto circa ottanta attivisti di Amnesty International Italia, affiancati da esperti nella valutazione dei contenuti. Il focus principale è stato l’impatto che la pandemia ha avuto sui diritti economici, sociali e culturali e la relativa ripercussione sull’odio online. La crisi ha portato alla luce nuove vulnerabilità e discriminazioni, facendo emergere un odio profondo verso i cosiddetti “untori”. Dall’analisi svolta su circa 40 profili, è risultato evidente che migranti e rifugiati siano il capro espiatorio prediletto dagli odiatori, a fianco di operatori sanitari, runner e di coloro che godono di presunti ed esclusivi benefici.
La ricerca completa “Barometro dell’odio 2021 – Intolleranza pandemica” e l’approfondimento “Pandemia, comunicazione, discriminazione” sono disponibili al seguente link: https://www.amnesty.it/barometro-dellodio-intolleranza-pandemica/