“In continuità con le precedenti attività portate avanti dalla presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea, si prevede l’avvio di Amberlight 2015”: è quanto si legge nel documento riservato redatto dalla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e diffuso da Statewatch. L’operazione, come specifica il documento, seguirà le linee guida di tutte le “operazioni di polizia congiunte” (JPO) coordinate a livello europeo, messe in campo durante ogni semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione. Proprio come Mos Maiorum, promossa a ottobre dall’Italia: un’operazione che aveva portato all’arresto di 19.000 persone – in prevalenza cittadini siriani – e alla messa in atto di controlli caratterizzati dal racial profiling, di fatto vere e proprie schedature su base etnica (per info vedi qui).
Amberlight 2015 è invece stata proposta dal governo lettone, che avrebbe la presidenza di turno del Consiglio durante l’operazione.
Secondo la documentazione ufficiale, l’operazione avrebbe come obiettivo i cosiddetti over stayers, persone entrate in Europa con regolare visto d’ingresso e rimaste sul territorio dopo la scadenza dello stesso. I controlli, portati avanti dalle forze di polizia nazionali e uomini di Frontex – l’agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere-, dovrebbero in teoria avvenire solo presso gli aeroporti, e solo alle partenze: questo perché secondo il documento ufficiale “per evitare sanzioni, i cittadini dei paesi terzi spesso provano a lasciare l’Unione Europea attraverso altri stati membri dell’UE”, diversi da quello in cui sono entrati. In teoria: perché è la stessa presidenza del Consiglio dell’Unione a informare circa “la possibilità di allargare i controlli anche alle frontiere terrestri e marittime, su richiesta degli stati membri”.
Il periodo in cui verrà portata avanti l’operazione dovrebbe coincidere con le prime due settimane di aprile, quando “è previsto un aumento delle partenze in occasione della festività di pasqua”.
L’obiettivo dichiarato dell’operazione sarebbe la raccolta di informazioni circa il fenomeno degli over stayers, le rotte usate per aggirare i controlli e l’utilizzo di documenti falsi: dati utili al fine di creare le “basi per un sistema omogeneo di sanzioni” da applicare uniformemente in tutti gli stati membri dell’UE, e per proseguire nella formazione, già in corso, di un nuovo sistema di controllo definito “smart borders”, relativo alla “gestione delle frontiere e al contrasto dell’ingresso e del soggiorno irregolari”. Nonostante non sia prevista “la raccolta di dati personali” – la stessa affermazione era stata fatta dalla presidenza italiana durante il semestre europeo, in occasione di “Mos Maiorum” – il documento esplicita che ai paesi membri verrà chiesto di raccogliere “informazioni sulla persona fermata: nazionalità, genere, età e durata della permanenza irregolare”.
Come verranno portati avanti i controlli? Il racial profiling sarà evitato? Cosa succederà a chi verrà trovato privo di regolari documenti? Il testo non chiarisce questi punti, e non si parla in modo esplicito di arresti. Ma, dopo i 19.000 arresti di Mos Maiorum, è lecito avere dei dubbi su quello che potrebbe succedere con “Amberligt 2015″.