Dopo quattro giorni di inspiegabile fermo in rada del cargo danese che giovedì ha soccorso un gommone in avaria, ieri è finalmente arrivato il via libera del Viminale e del ministero delle Infrastrutture che consente all’Alexander Maersk di approdare a Pozzallo e di mettere in salvo le 113 persone soccorse. Sollevato il comandante della nave danese che pagherà un prezzo altissimo, 200.000 euro al giorno per la deviazione della sua rotta verso Tunisi. Ancora misterioso il perché della mancata autorizzazione che aveva impedito fino a ieri lo sbarco delle persone. Il soccorso era avvenuto sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana, che aveva poi indicato Pozzallo come porto di sbarco. Poi era giunto lo stop dell’Italia, improvviso e immotivato.
Le condizioni dei migranti stavano cominciando a diventare particolarmente critiche per il maltempo e la pioggia battente che nelle ultime ore era caduta sulle persone costrette a stazionare sui ponti del cargo. Già sabato scorso si era dovuto procedere ad una evacuazione medica d’urgenza dalla nave per una donna incinta all’ottavo mese di gravidanza e una bambina di 8 anni disidratata e con gastroenterite. Insieme a loro due, erano stati portati a terra la figlia minorenne della donna e la madre e il fratello della bambina.
L’autorizzazione all’approdo a Pozzallo è giunta dopo l’appello lanciato dal Sindaco della cittadina Roberto Ammatuna e una lettera del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della loro libertà personale Mauro Palma, indirizzata al Comandante generale della Guardia Costiera.
Nel suo appello il Sindaco aveva chiesto di consentire l’attracco della la nave: “Chiedo soltanto che, per motivi umanitari, si consenta l’attracco nella struttura portuale della nave danese per soccorrere i migranti che ha a bordo. Si tratta di un’imbarcazione che non ha le caratteristiche adatte a ospitare un così alto numero di persone, che sono rimaste all’addiaccio sotto la pioggia torrenziale di queste ore e gli stessi soccorsi avvengono con molta difficoltà. L’Amministrazione comunale, in piena sintonia con la Prefettura di Ragusa e la Capitaneria di porto, sta facendo tutto ciò che è possibile nelle umane cose, fornendo quanto necessario ma il rischio di raggiungere il limite da non sorpassare è ormai alto”. Per Ammatuna è “l’intera città di Pozzallo che chiede un gesto di umanità nei confronti di chi sta soffrendo”.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della loro libertà personale Mauro Palma ha invece chiesto informazioni “sugli ordini impartiti relativamente alla impossibilità di approdo della nave container Alexander Maersk, attualmente in acque italiane, sulla quale si trovano, secondo notizie di stampa, 113 migranti soccorsi in mare. Ha altresì richiesto informazioni sulle condizioni generali e lo stato di salute delle persone a bordo. La finalità della richiesta è la duplice tutela delle persone coinvolte e dei loro diritti fondamentali, nonché dello Stato italiano di fronte a ogni possibile rilievo in sede internazionale circa la situazione in essere”. “Tale richiesta – spiega la nota – è motivata dalla condizione attuale delle persone migranti che, in acque italiane, si trovano di fatto private della libertà personale, pur non essendoci ovviamente alcun ordine in tal senso, impugnabile di fronte all’autorità giudiziaria, ai sensi dell’articolo 5 della Convenzione europea per i diritti umani”.
Infine ieri pomeriggio è giunta l’autorizzazione allo sbarco della nave attraccata a Pozzallo intorno a mezzanotte. Si trovano invece ancora a sud-ovest di Malta le 234 persone soccorse dalla nave della ong tedesca Lifeline cui sono stati chiusi i porti italiani. Il portavoce ha dichiarato ieri che avrebbe chiesto l’autorizzazione allo sbarco alla Francia, ma le condizioni di maltempo hanno impedito per ora di fare rotta verso il paese d’oltralpe.