Venerdì 19 giugno, la sociologa Giorgia Butera, Presidente di Mete Onlus, associazione che da anni si occupa di diritti umani e immigrazione, ha denunciato un atto di violenza e di abuso perpetrato da un poliziotto nei confronti di due ospiti del centro di accoglienza di contrada Ciavolotta, ad Agrigento. La donna ha supportato la sua denuncia (resa poi nota anche alla stampa) con un video che dura poco meno di un minuto, girato i primi di giugno da un altro ospite del centro che ha assistito alla scena che riporta immagini che non avremmo mai voluto vedere.
Nel video (disponibile qui), si vede chiaramente un poliziotto in servizio schiaffeggiare, per ben due volte, un ragazzo tunisino e chiedere di schiaffeggiare a sua volta, il suo compagno con la stessa forza e crudeltà. Il tutto alla presenza di quattro colleghi, muti, incapaci di frenare la boria e l’arroganza del capo.
I due giovani tunisini vittime della violenza, sbarcati nei giorni scorsi in Sicilia e posti in quarantena, avrebbero tentato la fuga dal centro di accoglienza dove sono alloggiati. Ma, essendo stati scoperti, sono stati riportati nella struttura.
Quindi il poliziotto, “per punizione”, avrebbe imposto loro (uno ancora minorenne) di schiaffeggiarsi a vicenda. I due ragazzi, secondo il loro racconto (ma questo nel video non si vede, ndr), sarebbero stati anche costretti dapprima a inginocchiarsi davanti ai poliziotti e agli altri ospiti della struttura. All’inizio, i due giovani non capiscono quello che il poliziotto vuole dire: poi, un altro ragazzo fa la traduzione di quanto il poliziotto dice e lo incita a colpire il compagno. Il giovane tunisino sorride, pensando si tratti di uno scherzo, e dà al suo amico uno schiaffo molto leggero, quasi un buffetto. Ma il poliziotto non ci sta e gli grida: “Tu qui sei l’ospite e devi rispettare la legge, adesso devi dare uno schiaffo a lui. Così glielo devi dare. Fai l’uomo!”. Così gli mostra come fare, assestandogli un pesante schiaffo. A quel punto i due si schiaffeggiano a vicenda, ma il più piccolo crolla a terra piangendo, mentre tutti gli altri ragazzi ospiti del centro ridono di lui.
Dopo la denuncia e la diffusione del video, il pubblico ministero Cecilia Baravelli ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati il poliziotto. Secondo la Procura, l’ispettore avrebbe umiliato, con il suo comportamento, i due giovani tunisini. Da qui, l’iscrizione nel registro degli indagati per “abuso di mezzi di correzione”. Il pm Bavarelli, come si apprende, ha inoltre chiesto al gip Alessandra Vella l’incidente probatorio, per acquisire la testimonianza di cinque tunisini, fra cui i 2 che sarebbero stati percossi e costretti a schiaffeggiarsi fra loro. La notizia dell’inchiesta – con l’iscrizione nel registro degli indagati del poliziotto – è stata riportata su AgrigentoNotizie. La Questura ha anche avviato un procedimento disciplinare a carico dell’ispettore. E intanto, quest’ultimo, non potrà più prestare servizio nel centro in cui si sono svolti i fatti.
L’Unar, dal canto suo, fa sapere di aver aperto, a sua volta, un’istruttoria presso i suoi uffici.
Intanto, sono giunti ad Agrigento il console tunisino Jalel Ben Belgacem e l’addetto sociale Jaballah El BKhairi, e dopo un primo incontro con il capo di gabinetto del questore, si sono da subito attivati per via istituzionale al fine di acquisire informazioni dettagliate sulla vicenda.
Si attendono ora i dovuti chiarimenti da parte della magistratura, con l’auspicio che la giustizia faccia, anche in questo caso, il suo dovere. Si tratta di un fatto gravissimo che, come spesso accade, viene facilmente derubricato a “fenomeno social”: perché il video è diventato subito virale. E allora, la riflessione non si sofferma più, come dovrebbe, sull’abuso in sé, ma sul numero dei like e delle condivisioni.