“Negro di m…”, poi calci e pugni. E’ accaduto sabato scorso, 8 novembre, in Umbria, al termine della partita di calcio juniores Petrignano di Assisi-Terni Est. La vittima è un 18enne ecuadoriano, in Italia da diversi anni, al momento ricoverato nel reparto di chirurgia con un “trauma addominale chiuso e pelvico”. L’aggressione è avvenuta sul campo di calcio di Petrignano, sotto gli occhi di tutti i presenti. “L’arbitro aveva appena fischiato la fine della partita — spiega ai giornali locali l’avvocato difensore della vittima, Antonio Cozza— quando tra un compagno di squadra del giovane ecuadoriano e un avversario si è acceso un parapiglia. Il giovane ecuadoriano è intervenuto per tranquillizzare gli animi e portare via l’amico quando è stato aggredito con la bandierina dal guardalinee ternano. E’ stato strattonato e, una volta a terra, pestato davanti agli altri giocatori e alla madre che dalla tribuna si è precipitata in campo. Sono stati trenta secondi terribili durante i quali sono volati calci, pugni e invettive razziste. Gli hanno urlato che doveva ‘tornarsene al Paese suo’ in quanto è uno ‘straniero’, che è un ‘negro di m…’”. Secondo le prima ricostruzioni sembra che nessuno abbia chiamato le forze dell’ordine. Inoltre, gli avvocati lamentano l’assenza dell’associazione sportiva: “Nessuno è andato a trovarlo”, denunciano gli avvocati al Corriere dell’Umbria.
Un episodio di violenza razzista gravissimo, che coinvolge, ancora una volta, il mondo dello sport, in particolare del calcio, spesso teatro di offese e insulti razzisti. “E’ un atto indegno, ancora una volta il calcio invece che aggregare diventa momento di razzismo e violenza – afferma Cozza – Il ragazzo è terrorizzato, la famiglia è incredula. Chiederemo alla Figc di prendere provvedimenti. Il ragazzo poteva morire. E’ stato aggredito da mezza squadra e anche dal guardalinee, è assurdo che nessuno sia intervenuto”. La famiglia della vittima ha annunciato di voler sporgere denuncia.
“Assistere a quello che è accaduto oggi alla fine della partita del campionato regionale Juniores tra Petrignano e Terni Est, è un immagine che con il calcio giocato non c’entra nulla”, si legge sul profilo Facebook della squadra dilettantistica del Petrignano. E’ vero, la violenta aggressione non c’entra nulla con il calcio, e relegarla esclusivamente al mondo dello sport sarebbe riduttivo. I giovani protagonisti della violenza; gli spettatori che, stando alle prime testimonianze, non sarebbero intervenuti; gli allenatori e i presidenti di entrambe le squadre; tutte le persone coinvolte in questa drammatica vicenda; lo sport stesso: non sono elementi a sé. Fanno parte della società, che farebbe bene a mettersi in discussione a partire da ciò che è successo.