Si divide in “misure previste nell’immediato” e “iniziative da varare negli anni a venire” l’agenda sull’immigrazione presentata ufficialmente oggi dalla Commissione europea. Un piano annunciato da giorni e lanciato durante il Consiglio europeo straordinario organizzato subito dopo l’ennesima terribile strage avvenuta nel Mar Mediterraneo, costata la vita a novecento (!) persone. Oggi, finalmente, le ipotesi che circolavano in questi giorni lasciano spazio a un documento ufficiale, che dovrebbe fornire, nelle parole della Commissione, “soluzioni europee” di fronte alla situazione sconvolgente “in cui versano migliaia di migranti che rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo”, cui “nessuno Stato membro può né deve far fronte da solo”.
Ma cosa verrà messo in campo, nel concreto?
E’ previsto un aumento di “capacità e mezzi delle operazioni congiunte di Frontex, Triton e Poseidon”, che nello specifico verranno triplicati. Per il 2015 verrà adottato quello che la Commissione definisce un bilancio rettificativo, per assicurare i fondi necessari: “89 milioni di euro, comprensivo di 57 milioni per il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e 5 milioni per il Fondo Sicurezza interna”, per finanziamenti di emergenza destinati agli Stati membri in prima linea. Entro fine maggio sarà invece presentato il nuovo piano operativo Triton, la cui definizione slitta, quindi, ancora una volta. Così come slitta il sistema di distribuzione dei migranti ipotizzato dal presidente della Commissione Juncker: l’agenda prevede infatti che entro la fine di maggio, “la Commissione proporrà un meccanismo temporaneo di distribuzione nell’UE delle persone con evidente bisogno di protezione internazionale”. E entro la fine del 2015 “seguirà una proposta di sistema permanente UE di ricollocazione in situazioni emergenziali di afflusso massiccio”.
Il piano include poi la possibilità di “proporre per la prima volta l’attivazione del sistema di emergenza previsto all’articolo 78, paragrafo 3, del TFUE per aiutare gli Stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti”: un punto che, è bene sottolinearlo, non si tradurrà immediatamente nell’adozione delle misure temporanee a beneficio degli stati interessati, previste dall’articolo. Tali misure, infatti, devono essere deliberate dal Consiglio europeo, previa consultazione del Parlamento europeo. La Commissione può dunque solo avanzare la proposta di attivazione (per info http://asiloineuropa.blogspot.it/2011/05/art-78-tfue.html).
Sempre entro fine maggio la Commissione proporrà “un programma di reinsediamento UE per offrire ai rifugiati con evidente bisogno di protezione internazionale in Europa 20.000 posti distribuiti su tutti gli Stati membri, grazie a un finanziamento supplementare di 50 milioni di euro per il 2015 e il 2016”: numeri piuttosto piccoli, considerando che dall’inizio del 2015 sono state circa 31.500 le persone che hanno intrapreso traversate marittime per raggiungere Italia e Grecia (dati Unhcr).
Quello che sembra certo, soprattutto dopo gli incontri tra l’Alto rappresentante Federica Mogherini e il Consiglio di sicurezza dell’Onu è l’avvio di una “operazione politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) nel Mediterraneo volta a smantellare le reti di trafficanti e contrastare il traffico di migranti, nel rispetto del diritto internazionale”. Che, di fatto, si tradurrebbe nella distruzione stessa delle barche usate dai trafficanti: un’operazione per cui l’Unione Europea sta cercando l’approvazione dell’Onu.
Questo per quanto riguarda le “misure previste nell’immediato”. In merito alle “iniziative da varare negli anni a venire”, la Commissione delinea “i quattro pilastri per gestire meglio la migrazione”, a fronte di quella che l’Ue ha confermato essere “l’inadeguatezza della nostra comune politica migratoria”.
L’agenda prevede in primo luogo la riduzione degli “incentivi alla migrazione irregolare”: da una parte esternalizzando i controlli, “distaccando funzionari di collegamento europei per la migrazione presso le delegazioni dell’UE nei paesi terzi strategici”, e dall’altra “varando un nuovo piano d’azione con misure volte a trasformare il traffico di migranti in un’attività ad alto rischio e basso rendimento”. Si prevede inoltre la modifica della “base giuridica di Frontex, per potenziarne il ruolo in materia di rimpatrio”. E sarò sempre l’agenzia Frontex a dover “rendere sicure le frontiere esterne”, insieme al “consolidamento delle capacità dei paesi terzi di gestire le loro frontiere”.
Dal punto di vista della politica europea in materia di asilo, “la priorità è garantire l’attuazione piena e coerente del sistema europeo comune di asilo, [..] valutando ed eventualmente riesaminando il regolamento Dublino nel 2016”. Una modifica più volte sollecitata da molte associazioni, di cui si prevede l’eventuale discussione, ma non in questo anno.
Infine, la Commissione sottolinea come uno degli obiettivi sia “che l’Europa, nel suo declino demografico, resti una destinazione allettante per i migranti”: sulla base di questa necessità europea, si prevede la ridefinizione delle “priorità delle nostre politiche di integrazione”, aumentando “al massimo i vantaggi della politica migratoria per le persone e i paesi di origine, anche rendendo meno costosi, più rapidi e più sicuri i trasferimenti delle rimesse”.