A maggio l’Europa vivrà un passaggio cruciale.
I movimenti nazionalisti, populisti e xenofobi che uniscono strumentalmente euroscetticismo, intolleranza, odio e razzismo per ottenere consenso nell’opinione pubblica rappresentano un pericolo per la costruzione di una società europea democratica, coesa e pacifica. Le politiche migratorie e sull’asilo condotte negli ultimi anni, insieme alle politiche di austerità, hanno creato un humus favorevole alla loro propagazione. Per fermarla è indispensabile riorientare le politiche comunitarie nella direzione della garanzia dei diritti umani, della giustizia sociale e della lotta contro ogni forma di discriminazione e di razzismo.
Un’Europa umana e libera dal razzismo
Il dibattito pubblico è attraversato da stereotipi e pregiudizi nei confronti di immigrati e rifugiati che spesso degenerano in reati e attacchi razzisti. Questa tendenza ha conosciuto in Europa una preoccupante accelerazione nell’ultimo anno.
Chiediamo ai futuri Parlamentari europei:
- di espellere l’odio, la xenofobia e il razzismo dalla retorica pubblica impegnandosi a elaborare un codice deontologico di prevenzione e contrasto dell’hate speech nel dibattito politico e istituzionale;
- di assumere come priorità la prevenzione e la tutela contro ogni forma di discriminazione nel welfare, nel mondo del lavoro e della scuola;
- di rafforzare l’impegno contro la diffusione dei discorsi discriminatori, xenofobi e razzisti nel dibattito pubblico, mediatico e istituzionale;
- azioni comunitarie volte al rafforzamento dei sistemi di protezione delle vittime di violenze razziste e al sostegno delle organizzazioni di tutela in tutti gli stati membri.
Un’Europa aperta e capace di proteggere le persone
La “Fortezza” Europa mette a rischio ogni anno la vita di migliaia di persone. Per mare e per terra, ogni giorno donne e uomini sono costretti a rischiare la propria vita tentando di superare le barriere fisiche e legali imposte alla libera circolazione delle persone a livello nazionale ed europeo. Il solo modo per fermare le stragi di migranti in mare e offrire protezione alle persone in fuga da guerre e persecuzioni è permettere di arrivare in Europa per vie legali.
- Chiediamo l’apertura di canali di ingresso legale per motivi di lavoro.
- Chiediamo ai Governi europei l’immediata approvazione della Riforma del Regolamento Dublino così come licenziata dal Parlamento europeo.
- Chiediamo l’interruzione degli accordi esistenti con i paesi che non offrono adeguate ed effettive garanzie del rispetto dei diritti umani, come la Libia.
Salvare vite e accogliere è giusto: no alla criminalizzazione della solidarietà
Negli ultimi mesi si sono moltiplicati in tutta Europa gli attacchi contro ogni forma di solidarietà. La solidarietà è diventata un reato. Salvare vite in mare così come accogliere le persone in modo dignitoso non è un reato.
Chiediamo ai futuri Parlamentari europei:
- di promuovere missioni europee di ricerca e soccorso in mare che abbiano come fine prioritario la salvezza della vita delle persone;
- di attivarsi per il varo di un programma di accoglienza dei profughi coordinato a livello europeo dotandolo di risorse adeguate;
- di adottare tutte le misure necessarie per proteggere i difensori dei diritti umani, le organizzazioni umanitarie e tutti i soggetti impegnati in azioni di accoglienza e di solidarietà.
Un’Europa democratica e aperta alla partecipazione
Il diritto di partecipare alle elezioni amministrative e a quelle europee è negato a gran parte dei cittadini stranieri non comunitari residenti in Europa. Ciò avviene ad esempio in Italia, in Francia e in Germania, paesi interessati da una significativa presenza di cittadini di paesi terzi.
Chiediamo ai futuri Parlamentari europei:
- di promuovere un’iniziativa volta ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee.
Un’Europa che riconosce tutti i suoi cittadini
Le legislazioni sull’acquisizione della cittadinanza dei singoli stati membri sono molto diversificate e configurano anche una disparità di accesso alla cittadinanza europea.
Chiediamo ai futuri Parlamentari europei:
- di attivarsi per l’armonizzazione delle legislazioni nazionali degli stati membri per favorire l’acquisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini stranieri stabilmente residenti e in particolare da parte dei “figli dell’immigrazione” nati e/o cresciuti in Europa.
Un’Europa libera da hotspot e centri di detenzione
Tutti i paesi europei si sono dotati di strutture di detenzione presidiate dalle forze dell’ordine nelle quali vengono detenuti i migranti senza documenti in attesa del loro rimpatrio nel paese di origine. Spesso si tratta di richiedenti asilo e/o di minori. La detenzione amministrativa non ha alcuna efficacia nella riduzione della presenza dei migranti senza documenti mentre lascia spazio a violazioni anche gravi dei diritti fondamentali delle persone.
Chiediamo ai futuri Parlamentari europei:
- di fare pressione per l’adozione di una nuova agenda europea sulla migrazione che preveda lo smantellamento dei sistemi di detenzione amministrativa.