“Non affitto casa ai neri”. Sono le parole con cui sette persone sono state cacciate dal proprietario di alcuni appartamenti in cui dovevano entrare. I sette sono dipendenti di una ditta di logistica, la Gls, con sede a Riano Flaminio, vicino Roma. Era stata la stessa ditta a affittare, con regolare contratto, i locali. Ma quando i lavoratori si sono presentati alla porta, son stati cacciati. Palese la motivazione razzista alla base.
L’episodio, segnalato dal sindacato Usb, è avvenuto lunedì scorso, 10 luglio. I lavoratori si sono presentati dal proprietari degli immobili per prendere le chiavi. Insieme a loro il responsabile della ditta. Senza parlare direttamente con loro, il locatore si sarebbe rivolto al responsabile: “E questi chi sono?”. “Sono i miei dipendenti”, avrebbe risposto il datore di lavoro. “I neri non entrano nei miei appartamenti”, sarebbe stata l’incredibile risposta del proprietario, il quale, stando alla denuncia di Usb, avrebbe subito chiamato gli amici del quartiere radunando diverse persone in strada. “Si sono messi a fotografare e fare filmati ai ragazzi – racconta Riad Zaghdane, uno dei responsabili dell’Usb – che, indispettiti, hanno chiesto alle persone di spegnere i cellulari”. Ne sarebbe nata un’accesa discussione terminata solo con l’intervento dei carabinieri. Intervento che, però, non ha permesso ai lavoratori di entrare negli appartamenti affittati: il responsabile dell’azienda ha accompagnato i dipendenti in un albergo poco distante.
I sette uomini, originari di diversi paesi africani, fino a poco tempo fa lavoravano a Piacenza, e da lì erano stati trasferiti per la chiusura della sede locale della società di logistica. “Anche a Piacenza si era presentata una situazione simile – racconta Zaghdane, proseguendo – Ci chiediamo se nel 2017 in Italia con l’articolo 3 della Costituzione vivo e vegeto possa un immobiliarista mettere sul mercato in affitto appartamenti riservati solo ai bianchi”.