Awa Gueye, 40 anni, cittadina senegalese, vive ad Adro da 10 anni, con i suoi quattro figli di 19, 16, 2 e 1 anno. La donna, rimasta vedova da un anno, è senza lavoro. Finalmente, lunedì 23 luglio, Awa si reca allo sportello della Tesoreria Comunale di Adro per ricevere quel famoso “bonus bebè”, previsto inizialmente solo per i cittadini italiani, da cui si era vista esclusa, insieme ad altri 8 cittadini proprio perché stranieri. La vicenda era iniziata nel 2005, quando il Comune di Adro introdusse contributi affitti e contributi di sostegno alla natalità. Tra i criteri di accesso richiesti c’era quello della cittadinanza italiana o di un paese comunitario. Criteri che il Tribunale di Brescia, il 23 luglio 2010, aveva giudicato discriminatori. Il 15 ottobre 2010 il ricorso presentato dal Comune contro la prima ordinanza del tribunale venne respinto e pertanto il Comune si vide costretto, per effetto delle ordinanze del tribunale, a riaprire il bando per l’erogazione del bonus affitto. E sono trascorsi ancora altri due anni, fra ingiunzioni di pagamento e minacce di pignoramento, per giungere ad un altro intervento del Tribunale di Brescia che, con decisione del 16 dicembre 2011, ha riconosciuto il diritto dei ricorrenti a percepire quanto richiesto. Alla fine, il sindaco leghista Oscar Lancini, quello del “Sole delle Alpi”, ha dovuto gettare le armi. Il 13 luglio 2012 gli otto cittadini stranieri discriminati hanno ricevuto una lettera su carta intestata del comune che li avvisava della possibilità di riscuotere finalmente l’agognato “bonus bebè” e anche il bonus affitto: contributi dai 250 ai 650 euro, comprensivi anche di interessi, rivalutazione e spese varie.
Una vittoria dunque per Cgil, Asgi e Fondazione Piccini che hanno visto concludersi così una “vertenza culturale che ha affermato il principio che diritti e doveri sono uguali per tutti e che le politiche sociali non possono essere differenziate a seconda della nazionalità degli interessati”. Così, dopo la vicenda del comune di Tradate, giunge a termine anche questa lunghissima battaglia legale.