L’Unar rende nota l’emanazione di una raccomandazione generale (rep. n. 781 dd. 29/11/2011) in materia di requisiti per l’accesso dei cittadini stranieri alle prestazioni sociali, trasmessa per opportuna conoscenza anche alle Prefetture e alle rappresentanze istituzionali di Regioni, Province e Comuni. L’Ufficio, in una nota, sostiene di aver rilevato negli ultimi due anni un crescente numero di provvedimenti amministrativi da parte degli enti locali volti a inserire surrettiziamente dei “requisiti aggiuntivi”, quali quello di una residenza di lunga durata sul territorio nazionale o locale, con l’obiettivo di pregiudicare la concreta possibilità di accesso ai servizi sociali da parte dei cittadini stranieri, che pure ne hanno diritto secondo la normativa vigente. L’Unar ci informa che la percentuale di istruttorie relative a questa fattispecie di discriminazioni è superiore al 12% del totale. “Se una determinata prestazione di assistenza sociale- si legge nella raccomandazione- è prevista dalla legge statale o regionale e da altri provvedimenti statali, regionali o locali ad essa automaticamente accedono, oltre che i cittadini, anche gli stranieri extracomunitari indicati dall’art. 41 del Testo Unico sull’Immigrazione”. Sulla corretta applicazione di questa raccomandazione, l’Ufficio afferma di voler effettuare un monitoraggio periodico, al fine di evitare il ripetersi di situazioni discriminatorie di questo tipo.