Procedure lente e complesse per il rilascio di documenti legali; casi di discriminazione e razzismo; difficoltà nell’accesso all’istruzione e alla formazione e nell’inserimento lavorativo; il superamento di traumi emotivi, nonché il rischio di subire violenza, in particolare per le ragazze. Questi i principali fattori che ostacolano la transizione dei giovani rifugiati e migranti verso l’età adulta, che emergono dal rapporto, A un bivio: la transizione all’età adulta dei minori separati e non accompagnati in Italia. Il rapporto, appena pubblicato, è stato commissionato da UNICEF, UNHCR e OIM e realizzato dalla Fondazione ISMU in collaborazione con Università di Roma Tre e Università degli Studi di Catania.
Il rapporto evidenzia la “tripla transizione” alla quale devono far fronte i giovani rifugiati e migranti nel momento in cui compiono 18 anni: il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, dalla vita in un Paese a quella in un altro, e i traumi e i dolori emotivi dovuti alla fuga dalle proprie case e ai viaggi pericolosi che intraprendono.
La ricerca è stata condotta con un approccio biografico partecipato – incentrato sul diritto dei bambini e degli adolescenti a svolgere un ruolo attivo nelle questioni che li riguardano – e ha visto nella funzione di intervistatori un gruppo di MSNA neomaggiorenni, per favorire il clima dell’intervista in una relazione tra pari.
Tale approccio ha reso protagonisti 185 MSNA e neomaggiorenni (ragazzi e ragazze) in 3 Regioni (Sicilia, Lazio, Lombardia), con la loro molteplicità di storie, difficoltà soggettive, ostacoli strutturali e fattori di supporto. Inoltre, sono state raccolte le testimonianze di 46 referenti istituzionali, operatori sociali e tutori volontari che lavorano o vivono a stretto contatto con i ragazzi.