“A quattro anni dall’accordo dell’Unione europea con la Turchia per chiudere la rotta dell’Egeo, sta succedendo quello che in molti avevano previsto: il presidente turco ha usato i profughi come arma per ricattare l’Europa. È bastato diffondere la notizia che la polizia di frontiera turca non avrebbe più arrestato chi provava a partire. Così almeno 14mila persone si sono incamminate verso nord per raggiungere Edirne e poi Evros. Sulle isole greche, già in difficoltà per il gran numero di persone trattenute da anni in condizioni disumane, sono ricominciati gli arrivi, mentre l’Europa volta le spalle ai suoi principi fondamentali, come il diritto d’asilo, e non riesce a trovare un accordo permanente sul ricollocamento dei richiedenti asilo, schiacciata dalla paura dell’invasione e dalla propaganda dell’estrema destra”. Un articolo di Annalisa Camilli su Internazionale del 3 marzo 2020.