“È la vita il prezzo da pagare per chiedere protezione in Europa?” Se lo chiede Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, nel comunicato diramato a seguito delle ultime stragi avvenute nel Mar Mediterraneo. Di seguito il comunicato.
È la vita il prezzo da pagare per chiedere protezione in Europa?
Si aprano corridoi umanitari
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
I morti nel Mar Mediterraneo sono responsabilità di tutti. L’Italia e l’Europa non devono nascondersi: i viaggi sulle carrette del mare sono la diretta conseguenza dell’impossibilità di entrare legalmente nei paesi dell’UE a causa delle leggi che ne regolano gli ingressi in modo restrittivo.
L’Arci chiede che vengano subito aperti dei corridoi umanitari per evitare che si rischi la vita per avere diritto d’asilo.
Chiediamo la fine delle polemiche sui costi dell’operazione Mare Nostrum. Una polemica fatta per meri scopi elettorali e propagandistici che contraddice l’art. 10 della nostra Costituzione.
Condividiamo il richiamo alle responsabilità indirizzato all’UE, ma denunciamo l’inadempienza dell’Italia nell’applicazione degli standard previsti dalle direttive europee nelle misure di accoglienza e tutela rivolte ai richiedenti protezione internazionale.
Un sistema di prima e seconda accoglienza dignitoso non può più essere derogato.
Basta con il prorogarsi di convezioni che affidano l’accoglienza e la tutela dei richiedenti protezione internazionale a soggetti non competenti. Basta con il sorgere incontrollato dei cosiddetti CAS – Centri di Accoglienza Straordinari – privi di servizi e professionalità adeguate.
Denunciamo inoltre il modo improvvisato con il quale è gestita l’accoglienza dei minori.
Nel comune di Augusta 25 minori sono attualmente alloggiati nella stessa struttura con persone affette da disagio mentale grave. Altri 170 minori sono all’interno di una scuola senza alcun servizio di mediazione e tutela.
Gli ultimi sbarchi raccontano la presenza di sempre più minori e sempre più piccoli. È il segnale di una forte disperazione nei luoghi di partenza. Cosa aspettiamo a riconoscerli tutti come bisognosi di protezione?
Roma, 13 maggio 2014