Pubblichiamo il comunicato con cui la campagna LasciateCIEntrare e l’associazione Tenda per la pace e i diritti annunciano la presentazione di un esposto depositato presso le Procure della Repubblica di Gorizia, Roma, Torino e Napoli: un’azione con cui le associazioni chiedono che si indaghi sugli avvenimenti dell’agosto 2013 all’interno del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Gradisca d’Isonzo, durante i quali un uomo ha perso la vita.
Un esposto firmato da associazioni e parlamentari
alla Procura della Repubblica
chiede di indagare sui fatti di Gradisca perché la morte di Majid
non resti senza risposte
Roma, 13 maggio 2014 – La campagna LasciateCIEntrare e l’associazione Tenda per la Pace e i Diritti hanno presentato i contenuti dell’esposto depositato presso le Procure della Repubblica di Gorizia, Roma, Torino e Napoli: si chiedono accertamenti sugli avvenimenti dell’agosto 2013 all’interno del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Gradisca d’Isonzo.
Scontri, pestaggi, lanci di lacrimogeni sono iniziati l’8 agosto e continuati per diversi giorni; in circostanze ancora da chiarire, nella notte tra l’11 e il 12 agosto, uno dei migranti cade dal tetto e finisce in coma. Majid era nel centro da poche settimane e aveva deciso di tornare in Marocco: è morto il 30 aprile scorso all’ospedale di Monfalcone.
Toccante la testimonianza di Galadriel Ravelli della Tenda per la Pace che ha seguito quei giorni dall’esterno del CIE, ha vissuto l’aggravarsi della tensione e ha visto crescere uno sproporzionato uso della forza per sedare una rivolta nata perché i migranti avevano chiesto il permesso di rimanere svegli a festeggiare la fine del Ramadam oltre l’orario previsto.
Ravelli vuole la verità sulla morte di Majid, divenuto simbolo delle ombre, dell’indifferenza e della mancanza di diritti e di dignità dei CIE. “La famiglia è stata avvertita della sua morte solo dopo una settimana e abbiamo saputo che gli è stata fatta un’autopsia senza alcuna autorizzazione. Non ci risulta ci siano indagini su questo caso. Molti migranti – dice Ravelli – chiedevano di essere trasferiti da Gradisca ad altro centro, tale era il livello di vessazioni, soprusi e sofferenza vissuti nel centro”. Il peggiore, a detta di molti, tra le strutture presenti in Italia tanto da guadagnarsi il titolo di “Guantanamo d’Italia”. Dentro quel CIE i lacrimogeni venivano usati almeno dal 2007, quando ancora veniva definito CPT. Quel centro è stato teatro di molte violazioni dei diritti umani, di pratiche e operazioni al limite della legalità; è tutt’ora in corso un procedimento con 13 imputati, compreso il vice prefetto, per truffa ai danni dello stato e sovrafatturazione.
Un centro che non deve mai più essere riaperto.
Le associazioni e i firmatari dell’esposto si chiedono se non ci sia stato un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine preposte alla vigilanza del centro. La portavoce della campagna LasciateCIEntrare, Gabriella Guido chiede che venga aperta un’indagine da parte della magistratura per fare luce sull’ennesimo episodio di violazione dei diritti umani e per fare luce su quanto accaduto in quei giorni. Ricorda inoltre la sentenza del Tribunale di Crotone del dicembre 2012 che assolse tre migranti dall’accusa di danneggiamento alla struttura perché era legittimo il loro comportamento che sfociò in una vera e propria protesta, inquadrandolo come “legittima difesa”.
“ Maijd è morto per LEGITTIMA DIFESA o PER ECCESSO E ABUSO DI POTERE DA PARTE DELLO STATO?” chiede la Guido.
Alberto Barbieri di MEDU ricorda come nel CIE di Gradisca riuscirono a seguire e denunciare il caso di un giovane migrante marocchino affetto da una gravissima forma depressiva. Nonostante la dichiarazione di incompatibilità al trattenimento il giovane Mohamed rimase al centro per 14 mesi, durante i quali furono numerosi gli atti di autolesionismo, compreso un tentativo di suicidio. A MEDU fu concesso di “visitare” Mohamed divisi da uno schermo di plexiglass per venti minuti, senza nessuna possibilità di contatto diretto.
Per Luigi Manconi, presidente della Commisione per i Diritti Umani del Senato, “La verità è una: il Cie è un carcere privo dello statuto giuridico del carcere, un orribile non luogo, immerso nel non tempo. Una sorta di oscena e feroce matrioska, dove una gabbia contiene un’altra gabbia al cui interno si trova una successione di gabbie, cancelli, serrature. Il risultato è uno solo: si tratta di strutture sempre più afflittive e inutili. Vanno chiuse.”
L’avv. Guido Savio parla per l’ASGI – l’Associazione di giuristi che ha depositato a Torino l’esposto per il tramite del presidente avv. Lorenzo Trucco: “E’ importante ricordare che questi Centri di detenzione per stranieri, istituiti dalla legge Turco Napolitano nel 1998, hanno introdotto la « detenzione amministrativa » rendendo possibile, per la prima volta in Italia, la privazione totale della libertà di una persona in assenza di reato e senza un provvedimento preventivo di un giudice. Non solo queste istituzioni hanno fallito gravemente nell’obbiettivo prefissatosi – combattere l’ immigrazione irregolare (la Corte dei Conti, le statistiche ufficiali e Rapporti indipendenti ne smentiscono da sempre l’efficacia e i costi inutili per l’erario pubblico) ma hanno di fatto creato dei luoghi che sono l’espressione più forte e conosciuta del cosiddetto “Diritto speciale”, riservato dalla normativa italiana agli stranieri. Chiediamo con urgenza che il Parlamento e il Governo adottino misure realistiche per gestire il fenomeno dell’immigrazione nel rispetto assoluto dei principi costituzionali di difesa e tutela della libertà della persona e in conformità delle norme sovranazionali, di qualunque cittadinanza sia”.
E’ di ieri la notizia che a Bari il Collegio giudicante del Tribunale ha respinto il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tramite l’avvocatura dello Stato. I lavori di adeguamento della struttura del CIE dovevano essere eseguiti nei 90 giorni stabilita dalla sentenza del Giudice Corso dello scorso febbraio. Superato tale termine, irrevocabile, la struttura dovrà essere svuotata ed i migranti trasferiti in altro centro “idoneo”.
Dichiara Paccione di CLASS ACTION “Possiamo oggi affermare, alla luce dell’Ordinanza collegiale in esame, che il Ministro dell’Interno Avv. Angelino Alfano è tenuto a disporre l’immediato trasferimento dei detenuti del CIE di Bari in strutture idonee a proteggere la loro dignità sino al completamento dei lavori di de-carcerazione imposti dal Tribunale locale e ad oggi non eseguiti nella loro integrità”.
Piero Soldini, responsabile Immigrazione della Cgil sostiene che “la drammaticità intorno ai CIE sembra funzionale a chi vuole che questi luoghi e le loro storie siano una vetrina, un deterrente per chi decide di tentare una vita altrove. E questo, mentre le discussioni all’interno delle istituzioni sono ferme alle considerazioni sui tempi di detenzione – 18 mesi o 6? In questo quadro, risulta grave che il ministro degli Interni dell’attuale governo, così rapido nelle sue comunicazioni e attività, non abbia ancora distribuito le deleghe ai sottosegretari e la lunga assenza di un direttore a capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione è un segnale di disattenzione in materia“.
Alla vigilia delle elezioni europee, la campagna LasciateCIEntrare chiede ai candidati di esprimersi con serietà rispetto al tema urgente della revisione delle normative in tema di immigrazione, e di prendere finalmente posizione, lasciando da parte le strumentalizzazioni e le politiche ipocrite.
L’esposto è stato firmato anche da:
ABDSSLAM EL KODRA – cugino di Maijd, TENDA PER LA PACE E I DIRITTI – Galadriel Ravelli, Anchal Bertani e Genni Fabrizio, MELTING POT EUROPA – Nicola Grigion, GARANTE PROVINCIALE PER I DIRITTI DEI DETENUTI DI GORIZIA -Dott. Alberto De Nadai , ASGI, ANTIGONE, DASUD, A BUON DIRITTO, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, BE FREE, ASS. GARIBALDI 101, ARCI THOMAS SANKARA, GABRIELLA GUIDO – portavoce campagna LasciateCIEntrare, PIETRO SOLDINI – Responsabile immigrazione CGIL, TILT – Maria Pia Pizzolante, STEFANO GALIENI, MATTEO NEGRARI – Assessore comunale SEL a Staranzano, PAOLO FERRERO Rifondazione Comunista
E dai parlamentari COSTANTINO, FRATOIANNI e PELLEGRINO di SEL e dai candidati all’Europarlamento CASARINI, FURFARO e ALOTTO
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