Sono 24 mamme provenienti da 12 paesi diversi (Egitto, Marocco, Senegal, Pakistan, Equador, Bolivia, India, Burkina Faso, Tunisia, Albania, Costa d’Avorio, Nigeria): insieme alla Cgil di Bergamo e a Asgi si sono ribellate di fronte a un’ingiustizia e hanno vinto. Proprio mentre un emendamento alla Legge di Bilancio ha rifinanziato il bonus bebé anche per il 2018, ignorando il tema della parità di trattamento tra genitori italiani e stranieri, il Tribunale di Bergamo si è pronunciato riconoscendo loro il diritto al “premio alla nascita”, ovvero a quegli 800 euro previsti dalla Legge di Bilancio 2017 (n.232/2016 art. 1 c. 353) per tutte le mamme che si sono trovate in gravidanza tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2017. La Legge non prevedeva alcuna distinzione in base alla nazionalità, distinzione (o meglio discriminazione) introdotta dall’Inps con la circolare n.39 del 27 febbraio 2017 che negava il premio alla nascita alle mamme straniere prive di permesso di soggiorno di lungo periodo.
Da qui il ricorso anti-discriminazione promosso dalle 24 mamme che, grazie all’ordinanza del Tribunale di Bergamo del 30 novembre 2017, ha avuto esito positivo. Secondo il Tribunale di Bergamo l’esclusione introdotta dall’Inps contrasta non solo con la legge italiana, ma anche con l’art,12 della direttiva comunitaria 2011/98 che garantisce la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni di maternità a tutti i migranti titolari di un permesso per famiglia o per lavoro.
Un’altro passo importante verso la garanzia della parità di trattamento che si aggiunge ai già numerosi ricorsi anti-discriminazione promossi da Asgi in tema di accesso alle prestazioni sociali. La Camera dovrebbe tenerne conto mentre si appresta a discutere la Legge di bilancio 2018 appena varata dal Senato, laddove viene rifinanziato non il premio alla nascita, ma il bonus bebé, introducendo l’obbligo di riconoscere questa forma di sostegno a tutte le famiglie straniere. Si tratta dell’ennesima misura caritatevole, specchio di un welfare frammentato e inadeguato a rispondere alla domanda di servizi pubblici efficienti e standardizzati sul territorio nazionale (si veda il rapporto di Sbilanciamoci! qui: controfinanziaria.sbilanciamoci.org), ma se proprio il Parlamento intende confermare questa forma di sostegno, che sia ugualmente accessibile a tutti.