Dopo quasi due anni Rachida Ghanmi, tunisina con quattro figli, riceve giustizia e può restare in Italia: il Tar del Veneto da ragione al suo ricorso contro il provvedimento di espulsione adottato dalla Questura di Treviso. Rachida aveva raggiunto il marito Ali Salah Slimane, operaio, nel 1998 ottenendo un permesso di soggiorno per motivi familiari. Nel 2004, Slimane partecipa ad una protesta davanti all’ambasciata tunisina in Italia, viene ripreso dalla tv e il governo tunisino gli rifiuta il rinnovo del passaporto senza il quale non può rinnovare il permesso di soggiorno. Quindi Slimane viene prelevato dalla polizia e espulso. Rachida decide di restare in Italia ma il suo permesso di soggiorno si trasforma nel 2008 in “attesa occupazione” sinché nel 2009 la questura procede alla revoca e decreta l’allontanamento dal territorio dello stato. Da qui il ricorso, oggi la sentenza.