La delibera è arrivata: il direttore del quotidiano on line “Italia Oggi” è stato condannato alla censura. A esprimere il verdetto è il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna a seguito dell’esposto presentato da Associazione 21 luglio nel giugno dello scorso anno. La vicenda ricorda e richiama anche quanto noi abbiamo scritto nei giorni scorsi a proposito della facile equazione “zingaro/rom=ladro” (leggi qui).
L’esposto di Associazione 21 luglio
Associazione 21 luglio che da circa dieci anni si occupa di tutelare i diritti delle bambine e dei bambini che vivono la marginalità e la segregazione, anche a seguito di numerose segnalazioni ricevute e grazie all’attività di osservazione che mette in campo quotidianamente su testate cartacee e web, ha contestato il contenuto dell’articolo pubblicato il 26 giugno del 2018 dal titolo «Sugli zingari Salvini ha ragione» presentando esposto all’ordine.
Tra gli stralci contenuti nel pezzo, firmato da Bruno Tinti, ex magistrato della Repubblica italiana, si legge: «I bambini? Al seguito di zingare elemosinanti e ladre professioniste… fino a quando diventano maturi per fare gli zingari a tempo pieno, cioè i ladri». Non è tutto. Sempre nello stesso articolo anche: «La gente (ndr) non lavora ma mangia e beve e guida macchine e carrozzoni di proprietà (forse). La ovvia conclusione è che il denaro per vivere arriva da fonti illecite».
Per il Consiglio, l’equiparazione zingari e ladri, scritta senza alcuna titubanza o contestualizzazione è assai grave e certamente espressione della discriminazione sanzionata dall’articolo 9 del Codice Deontologico. Inoltre è evidente, per il Consiglio, il giudizio gratuito espresso su un’etnia generale per attribuire a tutti inaccettabili e generalizzati comportamenti delinquenziali. Il Consiglio ha dunque condannato a censura Pierluigi Magnaschi, direttore del quotidiano.
Associazione 21 luglio continuerà a porre attenzione massima nei confronti di scritti a mezzo carta o web che minacciano i diritti umani delle comunità rom e che etichettano, stigmatizzando, gruppi di individui generando così pregiudizi e incitamento all’odio di minoranze etniche.