Alla vigilia della Giornata mondiale per i diritti dei migranti e dei rifugiati, una ennesima denuncia scuote – o meglio dovrebbe scuotere – la politica e l’opinione pubblica. E’ il video diffuso dal Tg2, che mostra i richiedenti asilo trattenuti nel Cpsa di Contrada Imbriacola, a Lampedusa, in fila, nudi, davanti agli operatori della cooperativa che ha in gestione il centro, per la disinfestazione contro la scabbia (che tra l’altro non avevano prima di essere trattenuti nel Centro, a riprova delle inesistenti condizioni igieniche della struttura).
Questo, a poco più di un mese dalla strage in cui hanno perso la vita 366 persone, al largo dell’Isola dei conigli.
Situazioni seguite da molte dichiarazioni solenni, parole, ma poi, nei fatti, non cambia nulla: i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo vengono continuamente calpestati, in un’Europa che si costerna per i morti in mare ma poi innalza le barriere, che parla di diritti sul lavoro ma mantiene le persone in condizioni di estremo sfruttamento, che discute di integrazione ma chiude le persone nei Cie.
Per rivendicare con forza i diritti delle persone, e la necessità di una tutela reale, domani 18 dicembre, in occasione della Giornata mondiale del migrante, in moltissime città del mondo e d’Europa si terranno manifestazioni e incontri.
A Roma l’appuntamento è per domani 18 dicembre, alle ore 16.30, a piazza dell’Esquilino.
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Di seguito l’appello.
I movimenti conquistano l’agibilità di attraversare in corteo Roma nonostante le minacce di divieto della Questura.
Nella giornata mondiale per i diritti dei migranti e dei rifugiati appuntamento a Roma ore 16,30 a Piazza dell’Esquilino per manifestare in contemporanea a tante altre città d’Italia e di Europa
Mercoledì 18, in moltissime città del mondo e d’Europa, si terranno manifestazioni che rivendicheranno con forza diritti e libertà per migranti e rifugiati.
Nel mondo, infatti, dilagano guerre e disuguaglianze, uno sfruttamento sempre più feroce saccheggia territori e si abbatte sulle vite del 99% della popolazione mondiale. A garanzia di un modello di sviluppo che produce soltanto povertà e sfruttamento, si impongono frontiere sempre più arcigne e militarizzate allo scopo di sbarrare il passo a chi cerca, migrando, un presente ed un futuro diverso.
Frontiere che uccidono, come è accaduto soltanto poche settimane fa a Lampedusa e come continua ad accadere in tutto il Mediterraneo. Frontiere che costringono chi riesce a penetrare nelle spesse mura della “fortezza Europa” ad essere perennemente ricattato, soggiogato da un lavoro sempre più precario, dentro una società che vorrebbero individualista e divisa, in preda a meccanismi di rivalità e concorrenza, di isolamento se non di conflitto fra culture, territori, persone.
Del resto, la strage di Lampedusa sembra già dimenticata ed archiviata da una governance italiana ed europea che continua ad avere come unico scopo quello di portare avanti il massacro delle politiche di austerity e precarietà. Nulla, infatti, è cambiato nelle politiche d’immigrazione e d’asilo. Le modifiche al trattato di Dublino, che entreranno in vigore dal primo gennaio 2014, sono insufficienti e non garantiscono la libertà di movimento dei rifugiati. Mentre l’impianto repressivo e ricattatorio disegnato dalla Turco-Napolitano prima e dalla Bossi-Fini poi, rimane sempre lo stesso.
Per queste ragioni abbiamo deciso di scendere in piazza il prossimo mercoledì 18 dicembre, per affermare ancora una volta che il potere non può annientare la dignità dei migranti e dei rifugiati, come non può soffocare la rabbia e le lotte di chi vuole riconquistare i propri diritti.
La Roma meticcia, la Roma delle lotte sociali e dell’antirazzismo, attraverserà le strade del centro cittadino perché non vuole dare tregua a questo “democratico” governo ed all’Europa dei banchieri e dei potenti. Perché vuole inchiodare alle proprie responsabilità gli enti locali e le altre istituzioni competenti, sempre più immobili, indifferenti e per questo complici.
Chiudere la vergogna dei CIE. Stracciare la Bossi-Fini senza tornare alla Turco- Napolitano. Conquistare una legge organica che garantisca il diritto d’asilo. Spazzare via il business dell’accoglienza per conquistare condizioni di vita degne per chi arriva in Italia, partendo dal diritto alla casa e all’abitare.
Vogliamo questo e molto altro.
Vogliamo determinare insieme un’alternativa ad un presente e ad un futuro che vorrebbero già scritto. Un’alternativa che già vive, in embrione, nelle lotte e nei processi di riappropriazione che si realizzano in tante città del nostro paese ed in tanti luoghi del mondo. Un’alternativa che non può prescindere dall’affermazione concreta dell’uguaglianza nella diversità, come del diritto alla libera circolazione delle persone.
Rifiutiamo con forza ogni rivendicazione identitaria e nazionalista, ogni richiesta di “poteri autoritari nazionali”. Le “risposte italiane” all’austerity significano solo nuove guerre tra poveri. Per questo, invitiamo la Roma meticcia, quella che non si identifica con i tricolori sventolati in tante piazze d’Italia, a partecipare al corteo per dire che le strade appartengono a chi lotta. Solo le lotte meticce possono permetterci di riappropriarci veramente di diritti, dignità e reddito.
Abbatteremo i muri e le frontiere che ingabbiano le nostre vite, anche quelli più invisibili.
Occupazione dei Rifugiati di piazza Indipendenza
Movimenti Sociali di Roma
Scuole di italiano degli spazi sociali
Sportelli di tutela dei diritti di migranti e rifugiati
Associazioni antirazziste