Anche a Roma, come in molte altre città italiane ed europee, il primo marzo sarà una giornata di lotta per migranti e cittadini europei, per avviare nuovi percorsi di connessione e coalizione tra le diverse figure del lavoro e per rivendicare un’Europa senza confini. Alla luce di quanto sta accadendo oggi in Europa, lo slogan “24 h senza di noi” lanciato per la prima volta nel 2010, è quanto mai attuale. Il configurarsi di un’Europa “fortezza”, sempre più divisa al suo interno da paure, contraddizioni e derive xenofobe, fiorite all’ombra di muri, hotspot e controlli, è l’altra faccia delle politiche di austerity, una leva fondamentale attraverso cui precarizzare tutto il lavoro. Per questo dal Transnational Strike Platform di Poznan è partita la chiamata per una grande mobilitazione che attraversi l’Europa, per connettere idealmente le diverse figure del lavoro che subiscono lo sfruttamento. Una mobilitazione che rifiuti le frontiere e la chiusura entro i confini di redivivi stati nazionali e che rivendichi diritti per tutte e tutti, incondizionatamente.
Il primo marzo a Roma si scenderà in piazza con due appuntamenti aperti a tutta la cittadinanza, ai migranti e alle associazioni. Dalle 10 in poi, si terrà un presidio presso la Prefettura, in Piazza Santi Apostoli (clicca qui per il volantino), a sostegno degli operatori sociali, contro lo sfruttamento e la precarizzazione nel settore dell’accoglienza, per denunciare che dopo l’inchiesta “Mafia Capitale” niente è realmente cambiato. La giornata proseguirà nel pomeriggio, in piazza Vittorio, luogo simbolo della città multietnica e interculturale. Dalle 18 ci sarà una grande manifestazione contro ogni razzismo e frontiera, per chiedere con forza:
– l’attuazione nella città di Roma di politiche di accoglienza adeguate e trasparenti, in grado di garantire la dignità degli ospiti e i diritti dei lavoratori;
– l’abolizione della legge Bossi Fini e del reato di immigrazione clandestina;
– la cancellazione delle prassi amministrative discriminatorie messe in atto da questure e pubbliche amministrazioni, come la richiesta di una residenza per il rinnovo del permesso di soggiorno;
– la chiusura e lo smantellamento dei C.I.E. e il rifiuto del sistema degli hot spot, teatro di gravi violazioni dei diritti umani e civili;
– l’istituzione di corridoi umanitari sicuri per chi fugge da guerre, catastrofi e dittature, che sottraggano i migranti al traffico di esseri umani e ai pericoli del viaggio;
– l’abrogazione del trattato di Dublino e il ripristino del principio di libera circolazione delle persone tra gli Stati membri, contro i muri e i fili spinati che dividono di nuovo l’Europa.
Incrociamo le lotte e apriamo i confini.